La natura come laboratorio per un nuovo regime alimentare e del benessere frutto della nutraceutica, come punto d’incontro tra nutrizione e farmaceutica che, in un mix di moderne tecnologie e secolare tradizione del curarsi attraverso le erbe officinali, genera in Italia un giro d’affari di 3 miliardi di euro l’anno, offrendo un volano per lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile e della filiera agroalimentare.
Un comparto quello della nutraceutica che, secondo quanto emerso in un incontro promosso da ForAgri (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua in agricoltura) a Roma, vede il nostro Paese protagonista: «l’Italia è al secondo posto nel mondo per produzione – ha sottolineato presidente di Aboca, Valentino Mercati – alle spalle solo degli Stati Uniti. Stiamo insegnando a mezzo mondo a mangiare bene, ora dobbiamo puntare alla prevenzione, convinti che il medico del futuro darà meno medicine e guiderà i pazienti a nutrirsi avendo cura di sé».
«L’utilizzo di derivati ottenuti non da sintesi chimica ma da prodotti di origine naturale – ha detto il presidente di ForAgri, Stefano Bianchi – comporta la coltivazione delle materie prime necessarie e un prevedibile incremento della richiesta di questi prodotti alle nostre aziende agricole, favorendo tecnologie e metodi più rispettosi dell’ambiente».
Per Federico Vecchioni, amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi spa, il colosso agricolo e hub dell’innovazione con 7.000 ettari di terreni a Cortona, Ferrara e in Sardegna, «la strada è una ragionata ma drastica riduzione della chimica nei campi e nei contenitori di cibo. Nel Piano industriale di Bonifiche Ferraresi – ha annunciato Vecchioni – guarderemo alla nutraceutica, non solo come scelta etica ma dare valore all’agricoltura».
Grandi le opportunità che il mercato della nutraceutica apre al settore agricolo ed alla piscicoltura: in Norvegia un progetto punta a fornire composti preziosi provenienti dal mare come gli estratti di alghe marine destinati ai mangimi per pesci. Lo stesso è stato testato sui polli e altri allevamenti di piscicoltura norvegesi. Si tratta, ha precisato l’amministratore delegato della NorwaySeaweed, Anton Voskoboynikov, di una tecnologia per la nano emulsificazione con costi di produzione, scalabilità e potenza molto più bassi.
In campo salutistico «si ha oggi la possibilità di prevenire l’evento patologico – ha spiegato Laura Di Renzo dell’Università di Roma Tor Vergata – partendo dalla somministrazione di piani nutrizionali non più su mere basi empiriche, ma sulla profonda conoscenza dell’individuo, a partire dallo studio della sua struttura molecolare, dalla sua genetica e dalla regolazione di geni legati allo stato infiammatorio e alla stress ossidativo».
Anche per gli integratori alimentari, ha concluso Giuseppe Angirillo, direttore scientifico e formulazioni di Amg Farmaceutica, si è passati all’assunzione di prodotti integrati alla terapia farmacologica, degli autentici “nutrafarmaci”, come detox e potenziatori delle terapie oncologiche, nutrienti mitocondriali per problematiche neurologiche, per arrivare alla possibilità di utilizzare microRNA della pianta, una sorte di ponte tra il genoma vegetale e quello umano, in grado di modulare il metabolismo umano.
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