Ferrara provincia deplastificata dal prossimo anno: la sezione locale della Cia – Agricoltori italiani propone di dare l’addio alla plastica monouso con un anno di anticipo rispetto al bando Ue e di coinvolgere le aziende e le filiere agricole affinché inizino sin da ora a utilizzare materiali ecocompatibili e diventare fornitori per la produzione di quegli stessi materiali.
«L’inquinamento provocato dagli oggetti di plastica monouso è diventato un fenomeno talmente grave che non possiamo aspettare altri due anni per eliminarli – spiega Stefano Calderoni, presidente della Cia ferrarese -. Il nostro ecosistema è stato “avvelenato” per anni da materiali che non possono essere riciclati e finiscono nei mari o abbandonati nei terreni. Naturalmente, la decisione del Parlamento Europeo è positiva, ma come associazione vorremmo accorciare i tempi e fare del territorio Ferrarese il primo“deplastificato” in Italia».
La proposta, sottolinea la Cia, coinvolgerebbe in modo attivo il settore agricolo «per il suo ruolo di fornitore di materia primaper la filiera della bioplastica». Attualmente, ricorda l’associazione, «le alternative alla plastica prodotte con amido di mais esistono, ma sono ancora poco diffuse, tanto che solo l’1% di questa materia prima di origine vegetale prodotta in Ue, viene utilizzata per la produzione di materiali biodegradabili. L’obbligatorietà a questi nuovi materiali potrebbe, dunque, diventare un’opportunità per il settore agricolo».
Intanto, è giunto alla conclusione il progetto pilota “il Po d’Amare” con la raccolta di otto grandi sacchi pieni di rifiuti per un totale di circa tre quintali e circa 92 chilogrammi di plastica avviata a riciclo: questo il risultato della lotta contro il “marine litter”, ovvero contro i rifiuti marini, realizzata nel fiume Po per circa 4 mesi, tra luglio e novembre 2018.
I rifiuti sono stati intercettati da barriere galleggianti prima di arrivare al mare Adriatico grazie al progetto pilota di raccolta e recupero dei rifiuti, “Il Po d’Amare”, uno dei primi progetti al mondo di prevenzione dei rifiuti in mare, predisposto dalla Fondazioneper lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla (per il recupero della plastica) e Castalia (raccolta di rifiuti galleggianti) e realizzato grazie al coordinamento istituzionale svolto dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con il patrocinio del comune di Ferrara e dell’Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po). Per arginare il “marine litter” è importante agire in primo luogo sui fiumi, perché intercettare i rifiuti è più facile ed economico, facilita il riciclo e previene l’inquinamento marino e la possibile formazione di microplastiche.
I rifiuti marini provengono per circa l’80% dalla terraferma e raggiungono il mare prevalentemente attraverso i corsi d’acqua e gli scarichi urbani, mentre per il 20% deriva da attività di pesca e navigazione. La quota più rilevante in termini di peso del rifiuto plastico captato è rappresentata da PE proveniente da fusti di capacità maggiore a 25 litri, imballaggi utilizzati in ambito agricolo o industriale. Si tratta di una prima sperimentazione di un progetto che proseguirà con nuove iniziative anche nel 2019.
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