Inaugurazione dell’anno giudiziario per la Corte dei conti della provincia di Trento e della regione Emilia Romagna, con il bilanciodell’attività svolta nel corso del 2018.
L’attività della sezione giurisdizionale per il Trentino della Corte dei conti è aumentata nel 2018 del 33% rispetto all’anno precedente per quanto riguarda gli atti di introduzione del giudizio e del 52% per quanto riguarda le istruttorie pendenti. Nella sua relazione, il procuratore regionale Marcovalerio Pozzato ha evidenziato come nel corso del 2018 sono state emesse 432 acquisizioni di istruttorieeseguita da carabinieri e guardia di finanza. Le somme recuperate prima della discussione nel merito dei giudizi ammontano complessivamente a 1.214.846 euro, mentre l’importo recuperato in esito a sentenze esecutive di primo e secondo grado è di 753.539 euro.
Secondo quanto rilevato, l’incremento di attività è dovuta alle numerose segnalazioni di danno erariale arrivate dai cittadini e di un crescente fiducia da parte della popolazione nell’azione della magistratura contabile. Crescono dell’8% anche le vertenze aperte a seguito della diffusione di notizie giornalistiche. «Il Dna del sistema Trentino è fondamentalmente sano, e il contesto di riferimento locale rimane complessivamente virtuoso. Ciò non toglie come vi siano dei fenomeni patologici, con situazioni che richiedono attenzione, quali, ad esempio, l’ambito delle provvidenze pubbliche», ha detto Pozzato.
«Questo non significa di per sé — ha evidenziato il presidente della Corte dei Conti di Trento, Pino Zingale — un peggioramento etico del sostrato amministrativo della provincia trentina, ma, più semplicemente, una rafforzata attenzione dell’ufficio del Pm con l’affiorare di fattispecie significative, talora seriali, che, non di rado, sono accompagnate da connotazioni quantitative di un certo rilievo». Zingale ha evidenziato l’annoso problema della scarsità di personale che non riguarda solo quello amministrativo, ma anche l’organico dei magistrati che attualmente può contare solo di un presidente e due consiglieri. Una carenza che si sta ripercuotendo sulla produttività e sui tempi della giustizia contabile. «Grazie all’aumentata produttività della procura regionale — spiega Zingale — i giudizi di responsabilità vengono fissati a un oltre un anno dal deposito dell’atto di citazione, nonostante il lavoro profuso dalla sezione».
Dal Trentino all’Emilia Romagna dove sono state 31 le sentenze di condanna per un importo complessivo di 448.813 euro relativi ai rimborsi dei gruppi dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, che aveva visto negli anni scorsi i consiglieri regionali al centro di inchieste della Guardia di Finanza poi di processi penali, ma anche di giudizi, appunto, davanti alla Corte dei conti. Il procuratore regionaleCarlo Alberto Manfredi Selvaggi ha evidenziato come nello scorso anno sono stati definiti molti giudizi in appello, con condanne definitive per presidenti di gruppi consiliari e di consiglieri per l’illecita gestione dei fondi, oltre che per illecito impiego e rendicontazione.
Anche nella sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna c’è il problema della carenza di personale amministrativodove si registra «una grave carenza. La pianta organica è di 27 e ci sono 14 persone che, con dedizione e intelligenza svolgono il servizio che sono chiamate a rendere» per coprire un’attività dedicata a tutta la regione sottolinea il presidente della sezione Donato Maria Fino.
Sul versante della Procura, ha argomentato il Procuratore regionale, Carlo Albertro Manfredi Selvaggi, «noi di amministrativi ne abbiamo 12 sui 15 previsti. Per quanto riguarda i magistrati manca un magistrato: abbiamo quattro sostituti, con me cinque come Procuratore e manca ancora un sostituto. Rispetto a un anno fa – ha concluso – abbiamo perso un collega che era qui a mezzo servizio con la Calabria e che ha cessato l’attività».
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