Il NordEst deve contare di più: basta pagare solo tasse a Roma e riceve poco o nulla in cambio

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Luca-Zaia-primopiano bandiera 1Zaia: “indispensabile valorizzare il nostro territorio”. Costato: “sarebbe utile la creazione di una Confindustria del NordEst”

Il malessere a NordEst contro l’eccessivo peso fiscale imposto dal governo centrale accompagnato da servizi sempre più scarsi e peggiori in qualità, fa crescere l’insoddisfazione nel Triveneto che pensa di prendersi nuovi spazi di autogoverno e di autodecisione.

Nel corso della presentazione del libro dell’imprenditore rodigino Antonio Costato “Round Trip – Cronache di un lustro speso a capire perché a 146 anni dall’annessione per i veneti Roma p ancora una capitale straniera” svoltasi a Padova alla presenza, tra gli altri, del presidente di Confindustria Veneto Andrea Tomat e del direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni Alberto Mingardi, è emersa fortissima la volontà di contare di più, di staccarsi da quelle logiche centralistiche che frenano tantissimo la voglia di correre degli imprenditori del Veneto, ovvero di coloro che tengono a galla con il loro impegno quotidiano gran parte della barca Italia.

Costato, presidente di Grandi Molini, primo gruppo molitorio italiano e uno dei più grandi d’Europa, già presidente di Confindustria Rovigo e componente Antonio Costato confidustria Rovigo 1della Giunta nazionale del sindacato imprenditoriale e titolare della delega per il Federalismo e le autonomie dal 2010 al 2012 ha avuto occasione di toccare con mano vizi e virtù del NordEst, “la zona del Paese più ricca d’idee e di quel capitale sociale fondamentale per il vero sviluppo economico sostenibile”. Per Costato, “è nei fatti che la Città Eterna attraversi il proprio tempo sfruttando la sua capacità di non mutare, rendendo impossibile riformare il Paese”. All’imprenditore piace pensare “un Grande Veneto, una realtà di 200 miliardi di Pil senza una capitale dove la gente come saluto dichiara la propria incondizionata obbedienza (‘comandi!’)”, pensa anche ad una maggiore autonomia della categoria imprenditoriale, magari con la nascita di una Confindustria del NordEst disgiunta da Roma, in modo da dare risposte maggiormente tagliate sulle esigenze del territorio.

Su questo tema scende anche il presidente della regione del Veneto, Luca Zaia: “uno scenario che non basta, ma aiuta”. Per Zaia “si solleva anche qui una grande preoccupazione che è quella di pensare che questo territorio, quello dei comuni secessionisti, che paga più tasse a livello nazionale, che è il territorio della virtuosità, ne ha piene le tasche di tutto quello che è centralismo. Questo è un movimento di pensiero che si ingrossa sempre di più, e, personalmente, condivido – ha concluso Zaia – tutto quello che va contro Roma”.