Nuova commissione paritetica Stato-Regione Friuli Venezia Giulia

Fedriga: «avviamo uan discussione per nuove competenze autonomistiche per la Regione». Zanin: «tante le materie all’ordine del giorno, tra cui il patto finanziario con lo Stato». 

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I membri della Commissione paritetica Stato-Regione Friuli Venezia Giulia hanno avuto il primo incontro con la Giunta e il Consiglio regionale.

«Avviare, a partire da una proposta della Giunta, una discussione con tutto il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sul tema di nuove competenze che possono essere acquisite dalla nostra Regione, dalla scuola al demanio ad altri temi generali d’interesse della nostra comunità» ha sintetizzato il governatore Massimiliano Fedriga l’argomento dell’incontro che il governatore ha avuto a Trieste con la Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto di autonomia del Friuli Venezia Giulia, alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.

«Rafforzare la nostra autonomia – ha detto Fedriga – vuol dire migliorare i servizi per i nostri cittadini e vuol dire attivare strumenti in grado di migliorare la qualità della vita della nostra gente. Penso all’ottimizzazione delle risorse: è stato provato che le funzioni che esercitiamo come Friuli Venezia Giulia offrono migliori servizi e riducono i costi. Quando si parla di soldi pubblici credo che spendere bene sia doveroso perché anche questo è il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini alle elezioni dello scorso anno».

Subito dopo l’incontro con la Giunta, i componenti della Commissione paritetica sono stati ricevuti in Consiglio regionale dalla V Commissione consiliare presieduta da Diego Bernardis (Lega), accompagnati dal presidente del Consiglio regionale Zanin.

In apertura di riunione, il saluto è stato portato dal presidente del Consiglio Zanin, che ha accennato all’incontro avvenuto immediatamente prima con la Presidenza consiliare e con il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, il quale ha consegnato un documento frutto di analisi della Giunta e quale prima base di discussione per la seduta d’Aula con cui si stabiliranno gli indirizzi da assegnare alla Paritetica attraverso una mozione.

Tra le linee di indirizzo, Zanin ha ricordato «i Patti finanziari con lo Stato, l’ordinamento degli enti locali, la sanità, la finanza locale, l’istruzione, le Camere di commercio, i contratti pubblici, il regionalismo differenziato che è allo studio proprio in questo periodo tra lo Stato e le Regioni ordinarie ma anche in rapporto alla specialità del Friuli Venezia Giulia e a quella del Trentino Alto Adige. Un rapporto, quello Stato/Regioni ordinarie – ha sottolineato Zanin -, su cui la Commissione paritetica dovrà riflettere e approfondire bene affinché non annulli in qualche modo la nostra autonomia, bensì diventi una sorta di ascensore per aumentare l’autonomia degli Statuti ordinari e, vieppiù, l’autonomia degli Statuti speciali».

«La V Commissione, allargata ai presidenti dei Gruppi consiliari – ha spiegato ancora Zanin -, è il luogo dove indicare le prime linee e sedimentare gli indirizzi e le proposte che il Consiglio regionale farà alla Paritetica quanto ai lavori che dovrà portare avanti con lo Stato. E la composizione della Paritetica, tanto per i tre componenti di nomina governativa (Giovanni Bellarosa, Mario Bertolissi e Elena D’Orlando) quanto per quelli di nomina regionale (Teresa Billiani, Renato Carlantoni e Salvatore Spitaleri), ci fa ben sperare che porterà buoni frutti alla nostra regione, vista la loro sensibilità e la loro attenzione naturale per il Friuli Venezia Giulia».

Da parte sua, il presidente della V Commissione Bernardis ha ricordato che il 24 gennaio scorso si è svolta la riunione di insediamentodella Commissione paritetica, durante la quale Giovanni Bellarosa è stato nominato presidente della Commissione stessa. Bernardis ha, poi, approfondito l’elenco degli argomenti che saranno indicati come linee guida su cui dovrà lavorare la Paritetica, citando anche i rapporti con l’Unione europea, il trasferimento dei beni, le lingue minoritarie, l’istruzione non universitaria ma anche i rapporti con le Università, la viabilità, l’organizzazione della giustizia di pace, la produzione di energia elettrica, il controllo della Corte dei Conti e altri ancora.

A prendere la parola in V Commissione Consiliare è stato il neo-presidente della Commissione paritetica Stato/Regione per le norme di attuazione dello Statuto della Regione Friuli Venezia Giulia, Giovanni Bellarosa, che non ha nascosto la necessità sì di ricevere linee guida dalle Regioni, ma poi di avere, quali interlocutori principali ai tavoli di lavoro, i ministeri detentori di quelle funzioni che le Regioni avocano a sé.

Da lui una riflessione sul momento in cui sono chiamati a operare e sulla mole di lavoro portata avanti dai precedenti componenti la Paritetica, quanto ad argomenti affrontati e materiale prodotto. «Purtroppo, però, i decreti legislativi finali non sono ragguagliabili – ha detto Bellarosa -, nel numero, alle bozze presentate al Governo perciò il lavoro che ci attende sarà estremamente difficile. Il dialogo con lo Stato è complicato da sempre, non è una questione di oggi. Perché il problema del regionalismo in Italia è in evoluzione, ma non risolto».

La riflessione di Bellarosa si è soffermata sul fatto che lo Statuto regionale risale al 1963 e dunque utilizza termini oggi datati, e sulla difficoltà di dare attuazione a strutture costituzionali che risalgono a quell’epoca. L’ostacolo maggiore del funzionamento delle Paritetiche – ha quindi spiegato Bellarosa – «sta nella proceduralizzazione. Una volta che il lavoro di queste Commissioni arriva a essere rappresentato a livello centrale, il problema si complica perché le Regioni non hanno norme giuridiche che garantiscano il buon esito del lavoro fatto: tutto dipende dalla volontà dei ministeri di portare a conclusione l’iter. Le decisioni devono passare attraverso le Commissioni pre-Consiglio dei ministri e lì la procedura si ferma. Ecco che ci vorrebbe una stabilizzazione dei tempi entro i quali andrebbero discusse le tematiche delle Paritetiche. Il nostro appello è che ci sia l’appoggio dei Consigli e delle Giunte regionali, ma poi anche del ministero delle Regioni, che per noi Paritetiche è punto di riferimento e di congiunzione con i ministeri che esercitano quelle funzioni che le Regioni rivendicano attraverso di noi».

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