La regione Veneto blocca per sei mesi tutte le nuove assunzioni

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Marino Zorzato
Marino Zorzato
Marino ZorzatoZorzato: “un processo indispensabile di riorganizzazione in un periodo di crisi”

La giunta regionale ha adottato un provvedimento con il quale per sei mesi tutte le nuove assunzioni, a tempo determinato e indeterminato, tutte le individuazioni di personale, anche di posizione dirigenziale, vengono sospese in tutte le aziende, dirette o indirette, dell’amministrazione regionale. Lo ha annunciato il vicepresidente Marino Zorzato, aggiungendo che dall’inizio della legislatura sono stati assunti diversi provvedimenti per la riorganizzazione dell’assetto della Regione.

E’ un processo che sta andando avanti ma, considerato il momento di generale difficoltà economica, è stato ritenuto di sospendere per un semestre tutte le assunzioni, salvo deroghe motivate che devono però passare al vaglio della giunta regionale ed essere autorizzate con delibera.

 

Il provvedimento interessa aziende come l’ARPAV, l’AVEPA, le ATER, le Aziende ESU per il diritto allo studio universitario, l’Istituto Ville Venete, il CORECOM, l’Agenzia Regionale Socio Sanitaria e tutte la altre, Regione compresa. “E’ fatta salva la sanità – ha spiegato Zorzato – per la quale questa disposizione vale solo per la parte amministrativa, mentre resta in capo alla dirigenza e all’assessorato la competenza per la parte sanitaria e sociale per la quale va manifestata un’attenzione del tutto particolare alle esigenze dei cittadini veneti”.

Zorzato ha reso noto che la giunta veneta ha dato il via libera anche a una direttiva sul servizio di sorveglianza dei palazzi della Regione. Dal prossimo primo gennaio, il servizio sarà dismesso in tutte le sedi regionali, tranne Palazzo Balbi e Palazzo Grandi Stazioni, dove resterà in funzione solo in orari compatibili con l’attività amministrativa. Il risparmio calcolato è sull’ordine dei 600/800 mila euro l’anno. “Diamo corso anche a questo progetto già preannunciato – ha concluso Zorzato – passando dalle parole ai fatti. Queste misure servono a far capire a tutto il sistema veneto che siamo in una fase in cui occorre tirare il freno a mano, valutando quello che serve veramente”.