Il declassamento dell’Italia deciso dall’agenzia di rating Moody’s si riflette anche sulle regioni del NordEst, che automaticamente hanno visto abbassato il loro rating.

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euro biglietti arrotolati 50 1Widmann: “una ragione in più per chiedere l’autonomia integrale dell’Alto Adige a Roma”. Dellai: “per noi non cambia nulla”. Ruffato: “la Giunta regionale del Veneto dovrebbe denunciare Moody’s”

A seguito del declassamento dell’Italia, anche il rating delle regioni del NordEst hanno visto un declassamento automatico, con la conseguenza che l’indebitamento locale costerà più rispetto al passato.

Il livello della provincia di Bolzano è stato ritoccato da A1 a A3. Per l’assessore Thomas Widmann il nuovo intervento dell’agenzia sull’Italia è la conferma che la situazione economica dell’Alto Adige andrebbe disgiunta da quella nazionale: “il declassamento dell’Italia coinvolge anche l’Alto Adige quando invece la nostra realtà non è assolutamente paragonabile a quella delle altre Regioni italiane. Una riprova che per l’Alto Adige diventa essenziale poter contare sull’autonomia finanziaria nel quadro di una autonomia piena”.

A prescindere dal fatto che il declassamento sia giustificato o meno, l’assessore valuta l’attuale spazio economico italiano, in rapporto all’Alto Adige, uno svantaggio in termini di competitività, tanto più che l’assenza di un chiaro sostegno dei grandi partiti italiani alle riforme del Governo aumenta l’insicurezza dei mercati. “Non sappiamo se le riforme di Monti verranno mantenute anche dopo le elezioni del prossimo anno, come invece chiedono i mercati e anche i partner europei”, specifica Widmann. In tema di riforma della spesa pubblica, l’assessore altoatesino riconosce che “questo è un segnale importante lanciato ai mercati, ma anche in questo caso con un’autonomia piena l’Alto Adige potrebbe accelerare questa riforma e riguadagnare una posizione adeguata nel panorama finanziario internazionale”.

Per la provincia di Trento, secondo il governatore Lorenzo Dellai, il declassamento di Moody’s da A1 a A3 cambia poco o nulla, in quanto l’abbassamento non comporta aggravamenti per il nostro debito, che rimane ampiamente sotto controllo”.

Dal Veneto una reazione più bellicosa: il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato invia apertamente la Giunta regionale a prendere provvedimenti nei confronti dell’agenzia di rating americana. “Sono sempre stato restio a prendere come oro colato i giudizi delle agenzie di rating. L’ultima operazione messa in atto da Moody’s – dice Ruffato – che ha declassato molte Regioni italiane, tra cui il Veneto, numerosi comuni, tra cui Venezia, ed importanti aziende italiane, tra cui Poste Italiane, Eni ed Enel, conferma la mia diffidenza”. La retrocessione del Veneto da A3 a Baa2, al pari di Basilicata, Liguria, Umbria, Puglia, Sardegna e Sicilia è assurdo: per Ruffato “mettere in un calderone unico realtà tanto diverse non depone a favore di una valutazione rigorosa, ancorata ad elementi scientifici. Non possiamo continuare di essere in balia di commissari di parte per conto terzi, che si ergono a giudici di economie e sistemi che è lecito ritenere non conoscano e sui quali quindi dovrebbero avere il pudore di andare per le meno più cauti”.

Ruffato invita ad intervenire: “dobbiamo fare qualcosa per impedire uno stillicidio che rischia di danneggiare aziende, paesi, istituzioni. Tra le misure possibili cui ricorrere per contrastare quella che sembra diventata una moda ci può essere il ricorso ad una azione giudiziaria tesa a verificare l’obiettività degli elementi posti da Moody’s a supporto del declassamento del Veneto”.