Nel terzo trimestre 2018, il commercio in Emilia Romagna chiude con l’accentuazione dell’andamento negativo (-2,2%). La tendenza riguarda particolarmente le vendite del dettaglio specializzato, in particolare non alimentare, ma anche alimentare, mentre iper, super e grandi magazzini hanno interrotto la propensione leggermente sfavorevole dei quattro trimestri precedenti. L’andamento è pesante per la piccola distribuzione, contenuto per la media impresa e lieve per attività con 20 o più addetti. Si allarga la riduzione delle imprese (-1,7%). I saldi invernali che prendono il via in Emilia Romagna il prossimo sabato 5 gennaio si spera possano rappresentare una opportunità di risvegliare i consumi.
Come emerge infatti dall’indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia Romagna, dopo tre anni di variazioni negative contenute intervallate da sporadici incrementi, dal primo trimestre 2018 le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa in Regione sono in sensibile flessione. In particolare, nel terzo trimestre 2018 (ultimi dati disponibili appena elaborati), la tendenza si è accentuata con una perdita del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un calo di ampiezza non sperimentata dalla fine del 2014.
Peggiora coerentemente il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite, che scende a -15,0 da -11,1 punti. Complice anche l’effetto della stagionalità, ci si attende un sensibile miglioramento dell’andamento delle vendite che sarà rilevato il quarto trimestre, tanto che il saldo tra le valutazioni risale da -0,7 a +9,9 punti.
Il dettaglio specializzato non alimentare ha accusato la flessione più ampia delle vendite, -2,9%. Per il dettaglio specializzato alimentare la correzione è stata sensibilmente più contenuta -1,1%, mentre iper, super e grandi magazzini hanno interrotto la tendenza lievemente negativa dei quattro trimestri precedenti con un lieve aumento del +0,4%.
La dimensione delle imprese. I dati mostrano una correlazione positiva dell’andamento delle vendite con la dimensione aziendale. La piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, accusa un calo del 3,1%, le imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti, registrano una correzione dell’1,4%, mentre le imprese con almeno 20 addetti subiscono solo un leggera flessione delle vendite (-0,4%).
La pressione sulla base imprenditoriale del dettaglio pare rafforzarsi. Alla fine del terzo trimestre 2018 erano attive 45.070 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,7% (760 unità) rispetto a un anno prima. L’andamento è dato dall’ampia riduzione delle ditte individuali (-661 unità, -2,1%) e da quella più rapida delle società di persone (-3,0%, -297 unità). Queste ultime risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita delle società di capitale (+4,6%, +203 unità).
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