141 Centri sollievo in Veneto assistono 1.500 persone grazie all’apporto del volontariato

Lanzarin: «dalla Regione più risorse per un progetto che rallenta il decadimento cognitivo».

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Il numero dei Centri Sollievo in Veneto continua ad espandersi e aumentano le risorse finanziarie che la Regione Veneto dedica a queste esperienze di sostegno alle persone affette da decadimento cognitivo o patologie come Parkinson e Alzheimer e di affiancamento alle famiglie, attive in quasi la metà dei comuni del Veneto.

La delibera di fine anno, approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore al sociale Manuela Lanzarin, assegna 1,5 milionidi euro dei fondi della sanità regionale ai 141 Centri Sollievo attualmente attivi in Veneto.

«Il progetto iniziale, avviato a Vedelago nei primi anni del Duemila su iniziativa degli amministratori e del volontariato locale, si è rapidamente diffuso ed esteso al territorio regionale – sottolinea Lanzarin –  Nell’ultimo biennio i Centri sono aumentati dai 106 del 2016 agli oltre 140 del 2018. Assistono oltre 1.500 persone e impegnano circa 1.400 volontari, con l’apporto di medici di medicina generale, specialisti e sanitari dei centri per il decadimento cognitivo, dei servizi distrettuali e comunali e del volontariato organizzato. I Centri Sollievo, espressamente previsti dal piano sociosanitario del Veneto, sono uno dei perni di supporto delle politiche di domiciliazione delle cure. Di pari passo è andato aumentando anche il sostegno finanziario della Regione, passato dal 1,115 milioni di euro del 2016 a 1,5 milioni di euro messi a bilancio per il 2018».

La risorse, confermate con la delibera di fine anno, saranno assegnate alle Ulss in proporzione al numero di abitanti ultrasessantacinquenni e al numero delle persone in carico ai Centri. I territori più finanziati risultano essere la Marca trevigiana (293.900 per l’Ulss 2), il Veronese (280.900 euro per l’Ulss 9) e il Padovano (232.900 euro per l’Ulss 6 Euganea). Seguono l’Ulss 3 Serenissima (216.900 euro), l’Ulss Pedemontana (116.600 euro), l’Ulss Berica (113.600 euro), l’Ulss Dolomiti (93.600 euro), l’Ulss Polesana (90.600 euro) e l’Ulss del Veneto Orientale (61.000 euro).

«L’evidenza scientifica di questi anni di sperimentazione – evidenzia Lanzarin – conferma che i Centri Sollievo aiutano la permanenza della persona anziana il più a lungo possibile a casa propria, ritardano il processo involutivo sostenendo e rinforzano le abilità residue. Sono un punto di incontro e di socializzazione per le persone anziane, ma costituiscono anche un servizio significativo per i famigliari che, nelle figure specializzate e nei volontari dei centri, trovano appoggio, consulenza e supporto. Si tratta appunto di un servizio di “sollievo”, che alleggerisce i carichi di assistenza e cura e rompe il cerchio di isolamento che circonda questi nuclei familiari».

Il finanziamento regionale è destinato al coordinamento dei servizi distrettuali, alla formazione dei volontari e al pagamento delle attività offerte, con priorità per i servizi alle persone e per gli interventi di ottimizzazione dell’esistente.

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