Per le PMI del Friuli Venezia Giulia dal 2010 finanziamenti in calo del 4% e tassi fino al 10,39%
Sempre meno credito alle imprese artigiane: tra novembre 2011 e aprile 2012 i finanziamenti sono diminuiti di 26.750 milioni di euro, pari al – 2,6%. Lo rileva un rapporto di Confartigianato secondo il quale, al calo della quantità di finanziamenti si accompagna l’aumento dei tassi di interesse. Ad aprile di quest’anno il tasso medio si attesta al 3,68%, ma sale al 4,73% per i prestiti fino a 1 milione di euro e arriva fino al 5,15% per i prestiti fino a 250.000 euro. Con questi valori, l’Italia è seconda soltanto alla Spagna per i tassi più alti d’Europa. Ma siamo sul gradino più alto del podio europeo per il maggiore aumento dei tassi: 68 punti base in più tra aprile 2011 e aprile 2012. Secondo il rapporto di Confartigianato, le più penalizzate sono le piccole imprese, che da dicembre 2010 a marzo 2012 hanno visto diminuire i finanziamenti del 4% e pagano tassi d’interesse maggiori di 223 punti base rispetto a quelli richiesti alle aziende medio-grandi. Per le imprese con meno 20 addetti la crescita dei tassi di interesse tra marzo 2011 e marzo 2012 è stata di 139 punti base.
In Friuli Venezia Giulia, nell’ultimo semestre osservato, l’ammontare dei prestiti alle imprese si è ridotto del 2,8%, ma questa percentuale è nettamente più elevata nel caso delle imprese artigiane (-3,5%). Se consideriamo le aziende artigiane più strutturate questa contrazione è ancora più pesante (-4,3%). Per dare un’idea del volume finanziario a cui si fa riferimento, basta sottolineare che l’artigianato regionale assorbe 1,34 miliardi di euro di prestiti, pari al 29% di quelli erogati all’intero tessuto di piccole imprese.
La dinamica creditizia regionale è nettamente peggiore della media italiana (calo complessivo di 1 punto percentuale e di 3,1 punti per l’artigianato). In altre parole, 40 punti base di stretta creditizia distanziano il Friuli Venezia Giulia dal resto del Paese. Rispetto alla media regionale, la provincia di Udine evidenzia un taglio al credito all’artigianato meno drastico, collocandosi esattamente in linea con la media nazionale (-3,3%). In questo caso stiamo parlando di 700 milioni di euro di prestiti e di un’esposizione media, per azienda, pari a 46.000 euro.
In provincia di Udine, a differenza della media regionale, ad essere più penalizzate sono le micro-imprese artigiane, quelle cioè di minore dimensione (ditte mono-addetto, aziende fino a 9 addetti) per cui la stretta creditizia è stata pari a 3,9 punti percentuali, un valore quasi doppio della media nazionale (-2,1%).
In sintesi, la contrazione del credito nel territorio regionale appare nettamente maggiore che nel resto del Paese, con una accentuazione negativa per le aziende più piccole in provincia di Udine e per le aziende artigiane più strutturate nel resto della Regione (es. in provincia di Pordenone, dove il calo per gli artigiani di maggiori dimensioni ha toccato i 7 punti percentuali). Secondo l’ultima indagine congiunturale di Confartigianato Udine, il 61% degli artigiani friulani ha indicato nell’incremento delle commissioni e degli altri cosi bancari un freno rilevante alla propria competitività. Per il 42% il problema è rappresentato dall’aumento dei tassi di interesse. 1 artigiano su 3 ha subito una richiesta di maggiori garanzie e 1 su 4 si è visto ridurre i fidi. Il tutto in una situazione in cui l’81% delle aziende che non incassano a pronti, sta subendo un incremento dei tempi di pagamento da parte della clientela pubblica e privata e in cui è praticamente raddoppiata (dal 25% al 48%) la percentuale di artigiani che incontra difficoltà a trovare i capitali necessari per gli investimenti, comunque necessari per difendere la competitività produttiva.