Tassa di soggiorno, Confindustria Venezia Turismo e Federturismo Veneto richiamano il comune di Venezia al rispetto dei patti

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confindustria venezia turismo de medici antonello 1Dè Medici: “l’industria turistica veneziana non è una vacca da mungere”

Confindustria Venezia Turismo e Federturismo Veneto richiamano il comune di Venezia al risetto dei patti in tema di applicazione della tassa di soggiorno ed utilizzo del suo gettito, specie alla luce della volontà del comune di eliminare la stagionalità della tassa di soggiorno.

Immediata la presa di posizione di Antonello Dè Medici, presidente di Confindustria Venezia Turismo: “un anno fa avevamo presentato al Comune una ricca documentazione che dimostrava l’esistenza di una sensibile fluttuazione dei ricavi delle aziende turistiche associate sulla base della stagione e della collocazione geografica dell’offerta. Il nostro studio individuava sinteticamente tre scaglioni di alta, media e bassa stagione. Il Comune riconobbe la validità dei nostri dati e, in seguito ad una lunga discussione, si giunse al compromesso di calibrare la tassa di soggiorno su due livelli di stagionalità – alta e bassa – e su due tipi di offerta – Venezia centro storico e terraferma –. Da allora, le nostre aziende hanno rispettato modalità e scadenze nel riscuotere puntualmente la tassa (cosa che non si può affermare per quanto riguarda gli affittacamere irregolari che continuano a viziare il mercato del turismo veneziano)”.

Peccato che ora, ad un anno dall’introduzione della tassa, le aziende turistiche non abbiano visto gli effetti di tale tassa che avrebbe dovuto essere di scopo, da reinvestire almeno in parte degli introiti a beneficio di un settore trainante per il territorio. “Niente di tutto ciò: il Comune sta pensando di ritornare sugli accordi stabiliti con l’unico obiettivo di fare cassa. Una decisione che – sottolinea Dè Medici – reputiamo tanto irragionevole quanto irresponsabile. Certo è che se si procedesse seriamente ad eliminare la stagionalità della tassa di soggiorno molte aziende turistiche potrebbero trovarsi in difficoltà, soprattutto quelle della terraferma che potrebbero addirittura pensare di chiudere nel periodo invernale con prevedibili riflessi occupazionali”.

La categoria è netta: per Dè Medici “ancora una volta ci troviamo a ricordare al Comune che l’industria turistica veneziana non è una vacca da mungere, ma un’eccellenza da coltivare e rilanciare e che il riconoscimento della stagionalità dei flussi turistici costituisce l’unica via per preservare la competitività del comparto e l’occupazione in bassa stagione. Per questo è urgente convocare un tavolo di programmazione sul turismo che porti ad un impegno formale da parte dell’Amministrazione a reinvestire risorse specifiche nel settore prima che queste vengano dirottate a copertura dei buchi del bilancio comunale”.