Melegatti riaccende i forni per pandori e panettoni

Conclusa l'acquisizione, riaprono i cancelli. La produzione riparte con 35 dipendenti e nuove assunzioni nel 2019. 

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Melegatti risorge riaccendendo i forni per pandori e panettoni in vista del prossimo Natale. «Terminate le procedure di acquisto da oggi saremo ancor più concentrati sul ritorno del tradizionale pandoro e panettone Melegatti sulle tavole degli italiani. Abbiamo puntato molto sullo sviluppo del territorio e sulla valorizzazione delle sue competenze. Ora la nostra presenza a Natale sarà importante, perché dimostra la concreta volontà di ripartire con la tradizione, la qualità e il prestigio di un marchio dolciario unico in Italia e nel mondo» ha detto Giacomo Spezzapria, neopresidente di Melegatti 1894 SpA, la nuova società formata dalla trasformazione di Sominor Srl, precedente proprietaria del marchio.

Con il perfezionamento delle operazioni di cessione da parte della curatela del Tribunale di Verona sembra definitivamente conclusa positivamente la vicenda del marchio che fondato da Domenico Melegatti conta 124 anni di storia; un affare costato alla famiglia veneta Spezzapria 13,5 milioni di euro, ed ora l’azienda è parte di un gruppo consolidato che comprende tre società di imballaggio: la vicentina Eriplast, la trentina Fucine Film e la modenese Albertazzi. Oltre a Spezzapria, Denis Moro (già noto per aver rilevato e rilanciato l’acqua minerale Fonte Margherita) è stato nominato amministratore delegato.

Firmato l’accordo con i sindacati, la nuova realtà societaria ha provveduto anche alla riassunzione a tempo indeterminato di 35 storici ex-dipendenti del marchio i quali, dopo che lo stesso Giacomo Spezzapria ha riaperto i cancelli dell’impianto, hanno riacceso i forniper i pandori e panettoni delle prossime feste di Natale. Assunzioni che sembrano essere solo il primo passo verso l’assorbimento di nuove risorse nel 2019 nell’ottica di ampliare l’offerta Melegatti con altri tipi di prodotti che non siano solo quelli della tradizione, perché «l’integrazione verticale della filiera alimentare consentirà economie di scala e ampliamento di competenze».

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