Lavori artigianali a rischio d’estinzione per carenza d’aspirazioni

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La Cgia mette in luce un paradosso: aumenta la disoccupazione giovanile, ma nel contempo si rischia di perdere molti lavori manuali perché la burocrazia, le tasse e il mercato non li rende più redditizi

Mentre continua ad aumentare la disoccupazione giovanile, non è da escludere che entro i prossimi 10 anni si potrebbero perdere 385.000 posti di lavoro ad alta intensità manuale presenti nell’artigianato e nell’agricoltura. Un paradosso, sottolinea la Cgia di Mestre, che sta colpendo il mercato del lavoro del Belpaese. “Molte professioni storiche presenti nell’artigianato – sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – rischiano di scomparire. Non solo perché manca il ricambio generazionale, ma anche perché non sono più redditizie o non hanno più mercato. Oberati da tasse e da una burocrazia sempre più asfissiante, molte imprese chiudono i battenti, lasciando dei vuoti culturali che rischiamo di non riuscire più a colmare, nonostante la crisi abbia avvicinato molti giovani a queste attività”.

Secondo l’elaborazione della Cgia, la lista dei lavori artigianali in via di estinzione include: pellettieri, valigiai, borsettieri, falegnami, impagliatori, muratori, carpentieri, lattonieri, carrozzieri, meccanici auto, saldatori, armaioli, riparatori di orologi, odontotecnici, tipografi, stampatori offset, rilegatori, riparatori radio e Tv, elettricisti, elettromeccanici, addetti alla tessitura e alla maglieria, sarti, materassai, tappezzieri, dipintori, stuccatori, ponteggiatori, parchettisti e posatori di pavimenti.

Nel settore dell’agricoltura, invece, si rischia di non trovare più gli allevatori di bestiame nel settore zootecnico e i braccianti agricoli. Infine, in questa mappa delle principali professioni a rischio estinzione si trovano anche delle figure professionali più “generiche” come autisti, collaboratori domestici, addetti alle pulizie, venditori ambulanti, uscieri e lettori di contatori.

Come si è giunti alla mappatura di queste categorie? Innanzitutto la Cgia ha calcolato il numero di occupati presenti oggi nelle principali professioni manuali compresi nella fascia di età che va tra i 15 ed i 24 anni e in quella tra i 55 ed i 64 anni. Poi, ha misurato il tasso di ricambio, riuscendo così a stilare una prima graduatoria per mestieri. Infine, ha stimato il numero delle figure che presumibilmente verranno a mancare nei prossimi 10 anni per ciascuna attività (risultato ottenuto dalla differenza tra il numero di occupati fra gli over 55 e quelli fra gli under 24).

“Premesso che non siamo in grado di prevedere se nei prossimi anni cambieranno i fabbisogni occupazionali del mercato del lavoro italiano – conclude Bortolussi – siamo comunque certi di tre cose. La prima: fra 10 anni la grandissima parte degli over 55 censiti in questa mappa lascerà il lavoro per raggiunti limiti di età. La seconda: vista la contrazione delle nascite avvenuta in questi ultimi decenni, nel prossimo futuro si ridurrà ancora di più il numero dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro, accentuando così la mancanza di ricambio. La terza: visto che i giovani ormai da tempo si avvicinano sempre meno alle professioni manuali, riteniamo che il risultato ottenuto in questa elaborazione sia molto attendibile”.


Le professioni manuali a maggiore rischio di ricambio (1) – anno 2010 (2)

Figura professionale

numero possibili figure mancanti nei prossimi 10 anni

Allevatori e operai specializzati degli allevamenti di bovini, equini, ovini, caprini, avicoli

14.229

Autisti di autobus, tram, filobus, camion e mezzi pesanti

51.503

Addetti impianti fognari  e ai servizi di igiene e pulizia

12.562

Agricoltori e operai agricoli di vivai, in pieno campo, coltivazioni di fiori

49.909

Collaboratori domestici ed assimilati / Addetti non qualificati a servizi di pulizia in imprese ed enti pubblici ed assimilati / Spazzini e altri raccoglitori di rifiuti ed assimilati

96.783

Conciatori di pelli, pellettieri, valigiai, borsettieri

8.633

Sarti, modellisti, cappellai, tappezzieri, materassai, ricamatori a mano

15.472

Conduttori di gru, di macchine per movimento terra, di macchine di sollevamento e di maneggio dei materiali

10.987

Venditori ambulanti ortofrutticoli e  venditori ambulanti di generi alimentari 

12.443

Fonditori, trafilatori, colatori di metalli, conduttori di laminatoi

3.766

Armaioli, riparatori di strumenti di precisione, riparazione orologi, gioiellieri, riparatori di protesi dentarie ed ortopediche

4.521

Falegnami, impagliatori, cestai e spazzolai

12.556

Addetti a macchinari della filatura, per la tessitura e la maglieria, addetti per confezioni di abbigliamento

4.492

Braccianti agricoli

18.112

Muratori, carpentieri e falegnami nell’edilizia, pavimentatori stradali, armatori di gallerie e ponteggiatori

38.576

Conduttori di catene di montaggio e di robot

2.371

Carrozzieri, meccanici auto, frigoristi

14.301

Saldatori e tagliatori a fiamma, lattonieri, montatori di carpenteria metallica, lavoratori subacquei

7.504

Usceri, commessi, lettori di contatori

1.912

Artigiani ed operai specializzati compositori tipografi, stampatori offset, rilegatori, incisori

935

Artigiani e operai specializzati  nella riparazione radio e Tv, elettricisti, elettromeccanici, installatori di linee elettriche

2.613

Dipintori, stuccatori, parchettisiti e posatori di pavimenti, pulitori di facciate

890

Totale

385.070

(1) Tra quelle che occupano complessivamente il maggior numero di addetti. L’ordine è stato ottenuto secondo l’indice di ricambio più elevato

(2) Media dei quattro trimestri dell’anno

 

Elaborazione Ufficio studi CGIA Mestre  su dati Istat – Rcfl