Progetto Oligar, valorizzare il prodotto per tutelare consumatori e produttori di olio extravergine

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consorzio olio garda dop bottiglie istituzionali 1Il Consorzio di tutela Garda Dop ha commissionato uno studio scientifico per fornire risposte sulla qualità e la tipicità.

Il Progetto Oligar è nato dall’esigenza del Consorzio di Tutela Olio Garda DOP per conoscere in modo più approfondito alcune caratteristiche e componenti dell’olio del Garda, utili alla produzione e commercializzazione in importanti mercati come quelli del Nord Europa, che oggi ne riconoscono e apprezzano le proprietà nutrizionali e dietetiche. Anche in questi mercati, non tradizionalmente vocati alla dieta mediterranea, è infatti in crescita la domanda di olio extra vergine di oliva. Questo fatto di per sé molto positivo ha comportato, e comporta, nei paesi importatori un aumentato livello di sorveglianza da parte delle strutture di controllo.

Per la prima volta a livello nazionale, un Consorzio di tutela dell’olio extravergine ha promosso uno studio in grado di fornire, attraverso avanzate tecniche di indagine scientifica, risposte riguardanti la qualità e la tipicità dell’olio extravergine a tutela del consumatore e del produttore. Il Progetto Oligar, finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007-2013, si è avvalso della collaborazione scientifica di due Dipartimenti Universitari, quello di Biotecnologie dell’Università di Verona e quello di Scienze degli Alimenti dell’Università di Udine, oltre che del laboratorio dell’Unione Italiana Vini di Verona.

“Fra i controlli svolti all’estero – spiega il coordinatore del progetto prof. Zeno Varanini, dell’Università di Verona – alcuni riguardano la presenza di sostanze contaminanti non frequentemente considerate oppure l’applicazione di metodi analitici atti ad individuare frodi che in alcuni casi si basano su presupposti scientifici non unanimemente condivisi o che sono stati sviluppati considerando le caratteristiche di un numero assai limitato di oli extravergini. L’applicazione di questi metodi analitici a oli dalle caratteristiche diverse può determinare il rischio di penalizzare in maniera indebita un prodotto genuino e di pregio qual è l’olio del Garda”.

Su campioni di oli delle campagne 2009/2010 e 2011/2012 sono state effettuate analisi sul contenuto di sostanze contaminanti quali gli ftalati (composti usati nel’industria della plastica i cui residui, secondo alcuni ricercatori, potrebbero avere effetti negativi sulla salute dell’uomo), è stata valutata la qualità del prodotto attraverso l’analisi del contenuto di pirofeofitine e alchil esteri, infine per individuare in maniera inequivoca la provenienza geografica del prodotto sono state fatte analisi isotopiche (per carbonio, ossigeno e idrogeno): con una opportuna banca dati si può ottenere un’accurata tracciabilità alimentare con la possibilità di definire se un olio del Garda è della zona di denominazione trentina, orientale o bresciana e, ovviamente, valutare se un olio è prodotto con olive di altre zone d’Italia o estere.

Il progetto è finalizzato a favorire la diffusione dell’Olio Garda DOP in nuovi mercati, a promuoverne il valore alimentare, a definirne la provenienza geografica e la Consorzio olio garda dop presidente andrea bertazzi 1tracciabilità con metodi scientifici e quindi evitare il rischio di eventuali le frodi. La ricerca ha quindi dato un valore scientifico alla qualità del prodotto, attraverso l’analisi del contenuto di alchil esteri e pirofeofitine: i primi possono indicare che un olio è stato ottenuto da olive di scarsa qualità (magari perché accatastata per giorni in grossi cumuli o franta quando è già in atto un processo di fermentazione) e che di conseguenza l’extravergine ottenuto sarà di bassa o bassissima qualità; se l’olio è sottoposto a luce e calore, la clorofilla si degrada e genera pirofeofitine, che spesso sono sinonimo di oli deodorati, ossia taroccati.

“Ogni annata – dice Andrea Bertazzi, presidente del Consorzio – è diversa e i dati raccolti possono essere diversi o discordanti. Sarebbe opportuno reperire le risorse per avere annualmente una banca dati su tutti gli oli prodotti per dire se i dati rilevati da un campione di olio rientrano all’interno della gamma di valori che definiscono l’olio extravergine Garda DOP. Uno dei problemi che accomuna tutti i consorzi di oli Dop in Italia è l’imitazione da parte di oli non Dop (senza la garanzia di provenienza) che utilizzano in etichetta nomi o immagini che alludono alla zona di produzione e venduti a prezzi non reali in base ai costi di produzione. Una banca dati di questo genere sarebbe molto utile per svolgere delle analisi interne e capire la provenienza di questi oli”.