Il rilascio del rinnovo delle concessioni in house per Autobrennero e di Autovie Venete che pareva essere cosa ormai fatta, si allontana nuovamente nel tempo, suscitando un’ondata di protesta tra gli amministratori del NordEst, con alla testa il presidentedella provincia di Bolzano Arno Kompatscher che la scorsa settimana ha avuto a Roma l’ennesimo incontro con il ministro pentastellato Danilo Toninelli, da cui è tornato decisamente contrariato.
Il motivo del nuovo contendere sta nella norma che il ministro vuole mettere all’interno del rilascio del rinnovo trentennale della concessione agli enti locali: la supremazia del governo nel consiglio di sorveglianza delle società che gestiranno l’autostrada del Brennero e di Autovie Venete, reclamando così al governo la potestà di avere sempre e comunque l’ultima parola sulla gestionedelle autostrade.
Una cosa che è andata di traverso a Kompatscher che ha immediatamente allertato i suoi colleghi di Veneto e del Friuli Venezia Giulia, chiedendo la formazione di un’alleanza tra i governatori del NordEst per salvare la gestione autonoma delle “loro” autostrade. Di fatto, per Kompatscher, una chiara scelta di campo a favore della Lega in funzione anti M5s che non potrà non avere conseguenze anche sul livello di governo che sta per nascere in Alto Adige.
Dopo la tragedia del Ponte Morandi a Genova e la “scoperta” che le società concessionarie negli ultimi dieci anni hanno incrementato i loro profitti tagliando drasticamente gli investimenti e la manutenzione ordinaria ha fatto scattare la reazione pentastellata di realizzare un deciso controllo sull’attività dei gestori autostradali, mettendo loro ferrei paletti sulla gestione dei ricavi.
Secondo Toninelli, lo Stato deve avere l’ultima parola nel consiglio di sorveglianza della società pubblica BrennerCorridor che otterrà la concessione inhouse di A22 e lo stesso accadrà per Società autostrade Alto Adriatico che subentrerà ad Autovie Venete. I soci delle due “newco” saranno gli stessi di Autobrennero e di Autovie Venete, tolti i soci privati che saranno liquidati. Per quanto riguarda la gestione dei nuovi concessionari, lo Stato ha imposto un consiglio di sorveglianza di sei componenti, tre scelti dallo Stato e tre dagli azionisti territoriali, che avrà importanti funzioni di controllo. Non solo: il ministero pretende anche una clausola per fare in modo che il voto del presidente, di nomina statale, valga doppio in caso di parità. Secondo Kompatscher ciò «equivale ad un diritto di veto sull’approvazione dei bilanci, sulle nomine e sul piano di investimenti».
Il risultato di tutto ciò è che il rilascio della concessione non avverrà entro la fine di novembre come si era previsto, ma slitterà più in là a primavera inoltrata, in quanto una volta raggiunto l’accordo politico sul testo definitivo (che ora torna in alto mare) dovranno essere sentiti l’Autorità di regolazione dei trasporti e anche il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) che quasi certamente faranno i loro rilievi. Poi l’atto tornerà al ministero delle Infrastrutture e trasporti che, insieme al ministero delle Finanze, dovrà predisporre il decreto interministeriale il quale dovrà essere autorizzato dalla Corte dei conti. Solo alla fine di questo travagliato iter amministrativo si potrà assegnare materialmente la concessione per i prossimi trent’anni.
Intanto, con la concessione che slitta nel tempo, in Alto Adige e in Trentino con il nuovo assetto politico si prospettano anche cambiamenti al piano degli investimenti prospettato dalla “vecchia” maggioranza politica di centro sinistra autonomista. In Alto Adige la Lega ha già fatto sapere di non volere il previsto interramento dell’A22 per l’attraversamento di Bolzano, preferendo la realizzazione della nuova tangenziale cittadina attraverso il raddoppio della statale del Brennero. In Trentino si dà per certo il potenziamento a tre corsie di marcia dell’A22 e il completamento della Valdastico all’altezza del casello di Rovereto Sud dell’A22, che potrebbe essere controbilanciato dalla richiesta di “scaricare” sulle spalle di autostrada Brescia Padova (concessionaria della Valdastico) e, forse, anche sulla stessa A22, gli oneri per la realizzazione della bretella autostradale del Garda, da Mori fino ad Arco, facendo risparmiare alle casse della provincia di Trento circa 140 milioni di euro per il cantiere che è in fase di attivazione, risolvendo così una volta per tutte l’annosissimo problema della viabilità per il Garda, da sempre stoppato dal centro sinistra autonomista, contrarioad una superstrada per uno dei poli del turismo trentino. Questo scenario potrebbe anche allargarsi ad un collegamento con le Giudicarie, magari in collaborazione con la regione Lombardia per realizzare un collegamento con la loro Pedemontana.
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