Laboratori tessili cinesi, in Veneto c’è un calo

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Fascina Gianluca - Tessili confartigianato veneto 1
Fascina Gianluca - Tessili confartigianato veneto 1Fascina: “fenomeno in regresso grazie ai controlli ma, attenzione alla migrazione nelle regioni limitrofe”.

I laboratori “cinesi” del tessile-abbigliamento-calzaturiero (TAC) restano numerosi in Veneto, ma il ritmo della crescita sta vistosamente rallentando. A marzo 2012, in regione le aziende artigiane del TAC con titolari di origine cinese erano 1.608 su un totale nazionale di 10.130. Tra il secondo trimestre 2011 e il secondo trimestre 2012 in Veneto il loro numero è cresciuto di “appena” 392 unità, mantenendosi sempre sotto quota cento in ciascuno degli ultimi tre trimestri, mentre l’incremento è stato maggiore in alcune regioni limitrofe, Emilia Romagna e Lombardia in particolare.

“Secondo noi questa tendenza è da collegare al maggiore controllo del territorio che le forze dell’ordine esercitano contro l’abusivismo da ormai alcuni anni. Un presidio importante che però rischia di venire vanificato se non viene diffuso su tutte le regioni italiane” commenta il presidente di Confartigianato Moda, il veneziano Gianluca Fascina.

I dati sono ufficiali: Confartigianato Veneto li ha tratti dalle iscrizioni agli albi delle imprese artigiane delle Camere di commercio della regione. Negli ultimi quattro trimestri, i nuovi imprenditori cinesi del TAC sono stati 429 in Lombardia e 865 in Toscana. Le nuove iscrizioni sono state 364 in Emilia Romagna, dove però nel primo trimestre 2012 si è registrato il sorpasso sulla nostra regione, con la nascita di 125 nuove aziende, contro le 93 venete. “Le imprese con titolari cinesi stanno aprendo più nelle altre regioni del Nord che in Veneto – commenta Fascina – e secondo noi questo è da collegarsi in buona parte all’intensificata attività di controllo contro l’abusivismo, le contraffazioni, l’evasione fiscale e il lavoro nero, che è stata portata avanti qui in Veneto. Oggi siamo scesi al terzo posto, per laboratori cinesi, dopo Toscana e Lombardia, ma penso che, entro breve, ci supererà anche l’Emilia Romagna. Tra l’altro, merita sottolineare che questo tipo di laboratori è praticamente inesistente in Friuli Venezia Giulia e in Trentino, dove i “cinesi” del TAC sono rispettivamente 7 e 3”.

Delle 392 aziende del comparto nate negli ultimi quattro trimestri in Veneto, 105 sono in provincia di Padova e 91 a Rovigo, mentre nel Vicentino c’è stata la maggior parte delle cancellazioni: 17 su un totale regionale di 26.

“Circa tre anni fa – ricorda Fascina – con una serie di incontri con tutti i Prefetti del Veneto abbiamo sollecitato per primi un maggiore controllo del territorio. Ed i risultati oggi, ci danno ragione. A noi non interessa la nazionalità delle imprese: tutti quelli che vogliono lavorare, magari tanto, sono i benvenuti. Ma siamo contro quelle attività che hanno il proprio punto di forza nella mancanza del rispetto delle normative di sicurezza, del lavoro, del fisco. Il solo controllo del territorio però non basta. Ci sono imprese che, una volta aperta la partita Iva, lavorano ininterrottamente per 18 mesi senza mai versare un euro. Questo avviene perché chi non supera i due esercizi fiscali riesce ad evitare i controlli. Perciò noi proponiamo che la verifica della regolarità contributiva e fiscale sia sistematica, che i committenti vengano corresponsabilizzati in solido, che il materiale sequestrato venga distrutto o impiegato per usi sociali, che si concentrino controlli sulle attività che risultano essere più a rischio. Occorre anche adeguare le sanzioni, oggi troppo spesso trascurabili. Non deve essere conveniente aprire imprese fantasma, occorre diffondere la cultura della legalità”.

I numeri del fenomeno “Laboratori Cinesi”

Nessuna cessazione in Italia nel primo trimestre 2012

26 laboratori cinesi cessati in Veneto negli ultimi 12 mesi su 179 in Italia

392 le iscritte nello stesso periodo in Veneto a fronte di 2379 iscrizioni in Italia

1.608 le imprese operative in Veneto su 10.130 quasi il doppio del peso della Regione in termini di artigianato;

Cala la progressione in Veneto, aumenta invece nelle regioni limitrofe dove il controllo del territorio sembra non essere così asfissiante

L’Emilia Romagna per la prima volta supera il Veneto per imprese cinesi aperte nel primo trim. 2012

Anche in Lombardia crescono più imprese che in Veneto

Il Veneto scende in terza posizione per presenza di laboratori cinesi dietro a Toscana e Lombardia. Emilia si avvicina

Incredibile assenza di imprese “cinesi” in Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, rispettivamente 7 aziende e 3

In Veneto negli ultimi tre mesi 1 impresa nuova su tre è nata a Rovigo

Padova resta la provincia con la presenza più massiccia: 493 imprese. Rovigo la incalza

8.629 imprese su 10130 operano nelle prime 4 regioni (Toscana, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna)

 

 

tabella imprese cinesi 1