La campagna elettorale in Alto Adige in vista delle elezioni provinciali e regionali del 21 ottobre prossimo è iniziata all’insegna di un autentico botto politico, in quanto per il comizio di apertura della Svp, il partito di lingua tedesca egemone nella Provincia, è arrivato niente di meno che il leader del partito gemello austriaco, quell’Övp guidata dal giovane arrembante Sebatian Kurzche, incidentalmente, è anche premier del governo austriaco e presidente pro tempore dell’Unione Europea per il semestre in corso. Mai prima d’ora si era visto in Alto Adige (e in Italia, visto che fino a prova contraria, nonostante i tentativi di doppio passaporto e di autonomia integrale, questa terra fa ancora parte della Repubblica) un così deciso intervento dell’Austria, da sempre potenza tutrice verso i “fratelli” sudtirolesi staccati a forza dalla madrepatria di Vienna (e di Innsbruck) dopo la fine della Prima guerra mondiale.
Kurz è stato accolto dai vertici della Svp, Philipp Achammer, e dal presidente della provincia Arno Kompatscher con gli onori che si devono più ad un premier che ad un leader di partito, seppure fratello. Prima dell’affollato comizio pubblico nei capannoni di una ditta nell’area industriale di Bolzano sigillata dalle forze dell’ordine per prevenire contestazioni, Kurz e la delegazione della Svp ha fatto visita alla sede della casa editoriale Athesia, feudo economico e braccio politico (ed editoriale: hanno praticamente il monopolio dell’informazione a stampa in Trentino Alto Adige) della famiglia Ebner (con il patron Michl, già deputato ed eurodeputato e presidente della locale Camera di commercio e vicepresidente europeo di Eurochambres) a sugellare una sorta di onore ad uno dei poteri reali che gravano sull’Autonomia altoatesina.
Spostati di poche centinaia di metri, ecco il comizio dinanzi a quasi un migliaio di persone, molti dei quali esponenti del gotha dell’economia e della politica altoatesina di lingua tedesca, con qualche screziatura italiana. Per la Svp quella del 2018 è la campagna elettorale della vita, con in ballo la sfida di mantenere quella maggioranza assoluta dei seggi in Consiglio provinciale con cui da un trentennio detta legge a tutta la provincia. Una sfida che vede coinvolto anche il suo tradizionale partner politico italiano, quel Pd appiattito sulle posizioni della Svp che è drammaticamente diviso al suo intero, che ha subito la diaspora dell’ala centrista con l’uscita del presidente del Consiglio provinciale uscente Roberto Bizzo e che rischia il sorpasso della Lega e della destra italiana che in Alto Adige (diversamente dal Trentino) si presentano inspiegabilmente separati.
Tocca al segretario Svp Achammer aprire il comizio: «il 21 ottobre non riguarda solo noi, il nostro partito e i nostri 35 candidati. Riguarda il futuro del Sudtirolo e della sua Autonomia». Subito dopo l’intervento di Kurz che punta tutto sui toni bassi e sulla rassicurazione dell’elettorato dopo i toni piuttosto netti e decisi delle uscite dei giorni precedenti, dimostrando a 31 anni una notevole stoffa da politico navigato, capace di titillare le corde giuste dell’elettorato. Dopo che aveva minacciato di chiudere il Brennero per respingere l’invasione degli immigrati irregolari, ecco Kurz dire «vogliamo trarre vantaggio dall’Euregio Tirolese, sfruttando i stretti rapporti reciproci, promuovendo la collaborazione tra l’Alto Adige e l’Austria e tra l’Italia e l’Austria per rafforzare la nostra posizione in Europa». Kurz ha avuto parole di elogio per quanto fatto dalla Svp al governo dell’Alto Adige: «anche per noi in Austria è importante che voi vinciate le elezioni – ha detto sul palco rivolgendosi al presidente della Provincia Arno Kompatscher -. Il Sudtirolo è un luogo ideale per le vacanze, ma anche un esempio di come la pacifica convivenza possa funzionare a lungo termine, una realtà dove l’economia è florida, con dati eccellenti per quanto riguarda la crescita e la piena occupazione. In Austria la disoccupazione è in calo, ma comunque invidiamo i valori altoatesini. L’Alto Adige ha un turismo e un’economia forte oltre ad un’alta qualità di vita. Uno dei motivi di questo successo è il lavoro della Svp e quello del governatore Kompatscher».
Kurz non ha trascurato il tema dell’autonomia speciale, ribadendo che «non è un tema nuovo, ma resta importante, e la funzione tutrice di Vienna non può essere messa in discussione. Il Brennero è stato una sfida difficile per l’Europa, ma è stata risolta grazie all’Unione Europea, che è la conquista del ventesimo secolo. Dobbiamo fare in modo che lo sia anche del ventunesimo».
A seguire un dibattito di stampo televisivo guidato da una giornalista altoatesina per la televisione tedesca Eurosport, dove Kurz e Kompatscher si sono trasformate in una sorta di star con duetti al miele, con domane e risposte rapide e secche, tra gli applausi del pubblico.
Il comizio bolzanino di Kurz è stato duramente criticato dagli esponenti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, che hanno organizzato contromanifestazioni. Per entrambe, la presenza del premier austriaco è stata «una mossa degna del presidente turco Erdogan, che aveva annunciato un comizio in Austria ma è stato respinto». Gli azzurri capeggiati dalla deputata e coordinatrice regionale Michaela Biancofiore hanno salutato l’arrivo di Kurz all’aeroporto di Bolzano con uno striscione. Successivamente la protesta si è trasferita in piazza Maniago, davanti ai palazzi della Provincia e dell’assemblea legislativa. In piazza anche Fratelli d’Italia con una nutrita delegazione parlamentare proveniente da tutto il Paese, capeggiata dal leader locale Alessandro Urzì. Dinanzi alla sede del consolato d’Austria, Urzì ha parlato di «inammissibile intervento a gamba tesa di Kurz in campagna elettorale, destabilizzandola. Kurz viene qui come se fosse in un Land austriaco, ma noi gli diciamo: “Giù le mani”. La sua è una inaccettabile intromissione in questioni interne da parte di un capo del governo». «Pur essendo l’Austria un Paese amico — ha aggiunto Urzì — Kurz oggi è indesiderato. Ricordiamoci che gli unici che hanno tentato di fare campagna elettorale all’estero sono stati quelli del governo di Erdogan, ma l’Austria è stata la prima a impedirgli di fare comizi . Invece in Italia abbiamo un governo che su questa vicenda è stato totalmente silente. Siamo stanchi di provocazioni e tensioni inutili».
La visita del cancelliere austriaco Sebastian Kurz è stata definita un «atto ostile» anche dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.
© Riproduzione Riservata