Epidemia di West Nile: casi in crescita nel NordEst

174 casi (e 12 decessi) in Veneto, 87 casi (e 14 decessi) in Emila Romagna. 365 i casi livello nazionale, quasi tutti concentrati nel bacino padano. Prosegue la campagna di controllo e di disinfestazione a tappeto dei territori infestati dalla zanzara culex. 

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Prosegue la diffusione di casi dell’epidemia di West Nile, la febbre del Nilo, nel NordEst veicolata dalla zanzara culex pipiens. Le regioni hanno diffuso l’aggiornamento della situazione al 10 settembre.

In Veneto, secondo l’VIII bollettino di Sorveglianza sulle arbovirosi, i casi di febbre del Nilo ufficialmente confermati sono stati complessivamente 174 rispetto ai 159 del rilevamento della settimana precedente. Di questi, 120 sono casi con sintomatologia leggera, 54 sono quelli nella più grave forma neuroinvasiva. Dall’inizio del fenomeno, i decessi sono saliti a 12. Ai 10 della settimana precedente si sono aggiunte due pazienti donne, entrambe di 82 anni, che soffrivano di altre gravi patologie.

Secondo l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, «il piano straordinario di disinfestazione, sia adulticida che larvicida, che abbiamo finanziato con 500.000 euro della Regione è interamente attivato e stiamo raccogliendo i ritorni dai vari comuni mano a mano che le disinfestazioni vengono eseguite. Le Ullss continuano inoltre a essere a completa disposizione per supportare gli enti locali. Tra poco saremo in grado di fare un primo punto degli interventi e dei risultati ottenuti. Nel frattempo, i tecnici regionali sono al lavoro sulla predisposizione della pianificazione complessiva West Nile che andrà a regìme nel 2019, con il coordinamento delle varie attività preventive da parte della Regione, che metterà anche a disposizione dei comuni, per legge nazionale titolari degli interventi, non solo il supporto della Direzione prevenzione e delle Ullss, ma anche l’esperienza dell’Azienda Zero per ridurre al minimo i costi con un capitolato d’appalto unico e il sistema degli acquisti centralizzati».

In Emilia Romagna sono stati registrati 87 casi di malattia neuro-invasiva West Nile, con 14 decessi (di cui due a Modena, due a Bologna, tre a Ravenna e sette a Ferrara); 65 casi di forme febbrili e 22 casi di infezione senza sintomi in donatori di sangue.

Per l’assessore regionale alle politiche per la saluteSergio Venturi, «la stagione 2018 è da considerarsi “anomala” non tanto per la quantità di zanzare-vettore (nella media), ma per precocità nella circolazione virale – in anticipo di circa un mese rispetto al passato -, elevata intensità della circolazione stessa in zanzare e uccelli e particolare aggressività del virus, con un alto numero di forme neuro-invasive ed elevata mortalità nell’uomo».

A fronte di tutto questo la Regione, oltre al Piano di sorveglianza e controllo, consolidato da anni, e puntualmente inviato a giugno scorso a tutti i sindaci e alle Aziende Usl, ad agosto ha attivato una sorveglianza entomologica straordinaria (extra piano). Il 16 agosto ha chiesto ai Comuni di aumentare l’attenzione dove era maggiore la presenza di persone più fragili (anziani o con patologie croniche), e quindi in prossimità di ospedali e strutture socio-assistenziali, attuando trattamenti di disinfestazione con prodotti adulticidi a cadenza settimanale fino al 30 settembre.

«Il Piano di sorveglianza e controllo dell’Emilia-Romagna – sottolinea Venturi – rappresenta di fatto un modello di riferimento, dal momento che dal 2014 siamo capofila di un gruppo di lavoro tecnico tra le Regioni maggiormente coinvolte dal problema, ovvero Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. La protezione individuale – ha proseguito l’assessore -, e dunque l’uso di spray repellenti, abiti dai colori chiari, zanzariere, resta fondamentale, soprattutto a partire dagli anziani. Poi, naturalmente, ci sono misure di tipo più generale, che sono in parte dovere dei comuni, in parte dei cittadini privati».

Per la campagna di disinfestazione 2018, la regione Emilia Romagna ha stanziato un milione di euro.

In Italia, al 5 settembre 2018 (bollettino n. 10 Istituto Superiore di Sanità), sono stati segnalati 365 casi umani confermati di infezione da West Nile (numero complessivo di febbri e forme neuroinvasive) da West Nile e di questi 148 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva. Quasi tutti i casi sono stati nel bacino Padano.