Alienazione dei terreni agricoli dello Stato inserita nel maxiemendamento allo sviluppo

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Manzato: “un’occasione da non sprecare per il rilancio dell’economia e del territorio”

La proposta di sdemanializzare i terreni agricoli demaniali trova favorevole il mondo dell’agricoltura e l’inserimento dei terreni agricoli di proprietà dello Stato nel programma di dismissioni proposto dal Governo nel maxiemendamento per lo sviluppo è una occasione da non perdere per costruire un futuro migliore per il territorio.

L’Italia non può permettersi di continuare a vedersi sottratto terreno agricolo: se è vero che negli ultimi 40 anni l’Italia ha perso 5 milioni di ettari, è necessario invertire la marcia e operare per riportare all’agricoltura le tante aree che oggi sono semplicemente abbandonate a sé stesse e che magari strumenti urbanistici poco ponderati hanno destinato a industria o commercio che non esiste più o non è mai esistito.

La proposta del Governo trova favorevole l’assessore all’agricoltura della regione Veneto, Franco Manzato, secondo cui “la ripresa del PIL, nel Veneto e nel Nord Est, è partita proprio dall’agricoltura, così come l’attività agricola e agroalimentare ha visto una ripresa dell’occupazione”. Il riferimento dell’assessore è ai dati Istat secondo i quali l’agricoltura veneta e del Nord Est ha prodotto una crescita del PIL pari all’1,5%, rispetto alla media nazionale dell’1%. “Di più: con il nostro programma di Sviluppo Rurale abbiamo contribuito ad insediare come titolari di impresa rurale circa 1.200 giovani, a fronte di una fisiologica diminuzione del numero delle aziende attive”.

Franco ManzatoSecondo Manzato, “cedere i terreni agricoli demaniali ai giovani significherebbe ad un tempo sostenere la tutela del paesaggio, il rilancio dell’economia e l’innovazione nel settore primario, la salvaguardia del territorio e la sostenibilità ambientale, anche non puntando al solo potenziale ed immediato introito che comporta l’alienazione per l’erario”. Per l’assessore veneto, specie guardando agli eventi calamitosi degli ultimi giorni, “questo tipo di alienazione costituirebbe anche uno elemento aggiuntivo di garanzia nel contesto di quel sistema di mitigazione del rischio idraulico di fatto trascurato negli ultimi 80 anni e che si dimostra ogni giorno indispensabile per tutta la nostra comunità”.

A questo proposito, è intenzione della regione Veneto accelerare il più possibile questo scenario: “vogliamo sfruttare al meglio questa possibilità – dice Manzato – e a breve incontrerò tutti gli uffici interessati per costruire una strategia veneta su questa partita, che dia priorità ai giovani agricoltori: sono loro il più importante stimolo innovativo, il motore propulsore e il futuro di un’agricoltura, quella veneta, che crea quasi 5 miliardi di produzione lorda vendibile, il maggior numero di prodotti a denominazione d’Europa, la maggiore quantità e il maggior valore in vino da esportazione e che ha oltre 350 prodotti tipici”. Per il solo Veneto, si tratta di 25.000 ettari, che potranno fruttare all’erario circa 280 milioni di euro, di fronte ad un totale di terreno agricolo demaniale disponibile in Italia di 338.000 ettari, per un valore presunto che si aggira sui 6 miliardi di euro. Attualmente il Veneto dispone di 835 mila ettari di superficie agricola utilizzata.