Aziende in Alto Adige: il 37% delle nuove iniziative nel 2018 appartiene ai servizi e il 17% al commercio

Moser: «l’Unione Commercio rappresenta il comparto più dinamico dell’economia regionale». Jäger: «formare, trovare e attirare i collaboratori qualificati». 

0
747
Aziende in Alto Adige

Delle 883 aziende in Alto Adige di nuova creazione nate nella prima metà del 2018, oltre un terzo (il 37%) sono attive nel settore dei servizi, una percentuale che le colloca in testa alla classifica. Al terzo posto anche il commercio, con il 17% delle nuove iniziative.

Un risultato che sodisfa l’Unione commercio turismo servizi Alto Adige: «i prestatori di servizi, con la loro varietà, restano, come in passato, il settore più dinamico dell’Alto Adige», spiega il presidente dell’Unione Philipp Moser. A livello provinciale l’Unione rappresenta numericamente il maggiore raggruppamento di aziende dei più diversi comparti dei servizi.

«È pertanto evidente l’importanza di rendere l’Alto Adige un territorio economico attrattivo, efficiente e interessante per le aziende dei servizi, le quali, partendo da qui, operano e servono i mercati di tutta Europa» aggiunge la presidente dei prestatori di servizi nell’Unione, Barbara Jäger, che evidenzia come ci sia particolare bisogno di agire nel reperimento, nell’attrazione e nella formazione dei collaboratori. Come ha messo chiaramente in luce il recente studio sui prestatori di servizi realizzato dall’Ire, in Alto Adige si registrerà un sempre maggiore fabbisogno di forza lavoro altamente qualificata.

Jäger evidenzia anche un altro aspetto: «con il tempo, in Alto Adige si sono resi disponibili – a livello altamente professionale – i più vari servizi, tanto da rendere possibile l’assegnazione di incarichi a ditte locali a tutto favore dei circuiti economici locali e del rafforzamento delle imprese sul territorio».

Per quanto invece riguarda il settore commercio, il presidente dell’Unione Moser si dice sicuro del fatto che i recentissimi sviluppi di legge relativamente all’esercizio del commercio al dettaglio nei centri abitati e nelle zone produttive abbiano contribuito ad aumentare la certezza del diritto e la capacità di programmazione – stimolando di conseguenza anche la creazione di nuove imprese. «Un imprenditore è così in grado di sapere cosa può fare e cosa no, programmando pertanto la propria attività o mettendo in cantiere nuove aperture o sviluppi di quelle già esistenti», conclude Moser.