Lo stato dell’arte, i risultati delle ricerche condotte nel settore della nocicoltura da frutto e le prospettive future per il rilancio di una coltivazione sostenibile, legata al territorio, sono stati al centro del convegno progetto NoBle molto partecipato organizzato dalla Fondazione Edmund Mach che si è svolto alla Fondazione Caritro di Trento e che ha visto intervenire i massimi esperti a livello internazionale, accanto ai produttori del Bleggio superiore e del Veneto.
Focus dell’evento, che ha rappresentato un momento importante di confronto tra mondo della ricerca, assistenza tecnica, istituzioni e imprese, la presentazione del progetto NoBle per la caratterizzazione e valorizzazione della Noce del Bleggio, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e finanziato da Fondazione Caritro.
«Quella del noce – ha evidenziato il presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè – è una coltura che si integra bene nel paesaggio e negli ecosistemi di montagna, perciò la sua valorizzazione è particolarmente utile nell’ottica della conservazione della biodiversità e della promozione di un’agricoltura sostenibile sia dal punto di vista ambientale sia economico. Il settore nocicolo e della frutta secca merita di essere sviluppato perché può creare un importante indotto sul territorio, a fronte di consumatori sempre più interessati agli alimenti dalle spiccate caratteristiche nutrizionali».
Dopo i saluti iniziali l’incontro, moderato da Michela Troggio, ricercatrice della Fem e responsabile del progetto NoBle è intervenuto il coordinatore del programma “breeding del noce” all’Università UC Davis-California, Charles Leslie, che ha illustrato i progressi del programma americano. Sono seguite una serie di presentazioni sulla nocicoltura specializzata veneta, attualmente la più avanzata in Italia, e sul progetto PortNoc incentrato sui portainnesti per la tolleranza/resistenza a Phytophthora e “black-line” e sulla valorizzazione di varietà di “Juglans regia” compatibili.
Il convegno si è concluso con una sessione dedicata alle realtà locali vocate al noce, a partire dallo studio dell’Università di Udine sulla valorizzazione del germoplasma, per concludere con la descrizione della realtà nocicola del Bleggio superiore.
Il progetto NoBle è partito lo scorso anno. Coordinato da FEM e finanziato dalla Fondazione Caritro, mira alla valorizzazione di una varietà molto particolare, quella del Bleggio (piccola, dal guscio sottile e dal gusto dolce e speziato) ed ha come obiettivo la creazione di una carta d’identità. Le analisi genetiche e isotopiche condotte nei laboratori di San Michele descriveranno rispettivamente il profilo genetico e l’origine geografica. A questo si aggiungerà la caratterizzazione dei composti nutrizionali per valutare il profilo salutistico, inclusa la percezione del consumatore.
Il tutto in un’ottica di una promozione valorizzazione, alla luce dei dati che indicano come il consumo di frutta secca sia in forte aumento e vedono l’Italia e, in generale, tutta l’Europa, importare grosse quantità soprattutto da California e Cile.