Lavoratori in mobilità: nel Padovano ricollocati il 65% entro 6 mesi

0
665
confindustria padova logo 1
confindustria padova logo 1L’esperienza di Confindustria Padova. Sono soprattutto over 40, il 40% donne. Tra i settori, meccanica, sistema moda, costruzioni

Negli ultimi tre anni sono stati 2.250 i lavoratori in mobilità o in Cig presi in carico da Confindustria Padova attraverso Fòrema in progetti di formazione e outplacement. Di questi, oltre 1.400 pari al 65% sono stati finora ricollocati con successo entro sei mesi dal progetto. Sono soprattutto over 40, in maggioranza uomini (ma le lavoratrici sono il 40%), provenienti da aziende in crisi dei settori metalmeccanico, sistema moda, costruzioni, servizi. Una risposta concreta al tema dell’occupabilità in un’area del NordEst che dall’inizio della crisi ha pagato un costo alto (10.000 occupati in meno dal 2009) e che tenta di arginare la perdita di posti (+6,1% le cessazioni nel 2011, a fronte di +4,9% di assunzioni e -2% di nuovi ingressi in mobilità).

Massimo Pavin presidente Confindustria Padova 2 1“Il rilancio parte dal valore del lavoro – commenta il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin -. Riqualificare e accrescere le professionalità, soprattutto in relazione ai nuovi fabbisogni, vuol dire offrire nuove chance di lavoro alle persone e nuove energie competitive alle aziende. L’efficacia delle politiche attive in un territorio – prosegue Pavin – si misura con la capacità di tarare l’offerta formativa con le reali esigenze della struttura produttiva. Quando questo avviene, il tasso di abbandono dei piani formativi è bassissimo, i risultati concreti e meritevoli di essere riconosciuti. Per questo condivido la proposta dell’assessore regionale Elena Donazzan di un sistema premiale che leghi l’erogazione dei fondi regionali per la formazione ai risultati in termini di riqualificazione e reimpiego dei lavoratori”.

Rientrare nel circuito del lavoro attraverso la formazione è possibile. Negli ultimi tre anni Confindustria Padova ha preso in carico, attraverso la società Fòrema, 795 lavoratori in mobilità o in cassa integrazione in piani formativi per l’occupabilità nell’ambito di Fondimpresa e del Fse. Il numero dei lavoratori arriva a 2.250 considerando quelli in Cig, disoccupati e inoccupati impegnati in piani formativi non mirati in modo specifico al reimpiego, ma che per molti hanno aperto nuove opportunità di lavoro. La percentuale di ricollocamento è cresciuta negli anni: dal 48% nel 2009, al 60,5 nel 2010 fino al 65% ottenuto con i piani formativi realizzati nel 2011 e con quelli in corso. A questi si aggiungono i progetti per 20 lavoratori disabili: per 16 di loro (80%) è arrivato un contratto di lavoro al termine del corso. I dati tengono conto dei lavoratori effettivamente disponibili al reimpiego. Il tasso di abbandono dei piani formativi è comunque molto basso (9,9%).

La maggior parte dei lavoratori ha un’età compresa tra 35 e 50 anni (41 l’età media, il più giovane ne ha 22, il più anziano 58). Sono soprattutto uomini, ma le lavoratrici raggiungono il 40%. Fra i settori di provenienza prevale il metalmeccanico, tra i più colpiti dalla crisi, con il 61,5% dei lavoratori. Seguono a distanza il sistema moda (11,5%), l’edilizia (6%), il commercio (5,8%).

Come si articolano i piani formativi per l’occupabilità? Ogni progetto, del valore complessivo di 1 milione di euro (Fòrema ne ha già realizzati tre, il quarto partirà il 25 giugno) ha la durata di dieci mesi e prevede 21 corsi gratuiti per i lavoratori provenienti da aziende iscritte a Fondimpresa (3.177 a Padova), con l’obiettivo di formare, o riqualificare, 13 figure professionali scelte sulla base dei fabbisogni espressi dal mondo produttivo. Si va da tecnico di sviluppo prodotto a esperto del processo produttivo, esperto in bilancio e controllo di gestione, tecnico del commercio con l’estero, tecnico della logistica per la Gdo, progettista Cad, digital Pr, operaio specializzato, segreteria e front office fino all’autoimprenditorialità. La durata dei corsi va da 2 a 3 mesi (200-300 ore) durante i quali i partecipanti sono affiancati da un tutor (formatore o psicologo del lavoro, uno per ogni sei) con il compito di seguirli in aula, quindi nella ricerca attiva di opportunità di reimpiego. Un esame a fine corso valida le competenze professionali acquisite e le registra nel Libretto formativo del cittadino, introdotto dalla legge Biagi del 2003 ma il cui utilizzo è ancora sperimentale, che permette la certificazione delle competenze in maniera univoca e riconosciuta a livello europeo.

paolo volpato 1Ecco due esperienze. Dalla cassa integrazione alla mobilità fino all’opportunità di un nuovo impiego o di mettersi in proprio attraverso l’outplacement, credendo in se stessi e nella propria formazione. È la storia di Paolo Volpato e Lisa Casotto. Saper vendere la propria esperienza è importante, soprattutto quando se ne ha tanta, anche se l’età non gioca a favore. Lo dimostra la storia di Paolo, 57 anni di Camponogara (Ve). Dal 1980 lavora alla Mg Mini Gears di Padova come capo reparto. Poi la crisi: nel 2010 la Cig straordinaria, l’anno dopo il licenziamento. Fino all’opportunità del progetto di outplacement di Fòrema, dallo scorso novembre a febbraio. “Ho scelto di specializzarmi come tecnico di sviluppo prodotto – racconta Paolo – in modo da arricchire e completare il mio bagaglio professionale”. A fine corso, ecco il colloquio con Prima Zanetti di Padova, azienda che produce minuterie metalliche di precisione. Da marzo Paolo lavora, con un contratto di un anno rinnovabile, come direttore di produzione. “Il corso è stato fondamentale, mi ha aiutato prima di tutto a scrivere un curriculum e ad affrontare un colloquio: dopo aver lavorato 32 anni nella stessa azienda non era facile”. Prima regola, non perdere la fiducia. 

lisa casotto A 40 anni Lisa Casotto, di Montegrotto, lo scorso dicembre ha perso il suo lavoro di progettista all’Immobiliare Tramonte di Monteortone di Teolo (Pd). Frequentando il corso di Fòrema ha capito quale sarebbe stata la sua strada. “Il corso mi ha cambiata e ho intuito che avevo le risorse e la capacità di mettermi in proprio. Mi mancava autostima, ora ce l’ho. Quindi ho pensato di aprire la partita Iva e cominciare a propormi: le prime risposte positive sono già arrivate”. Oltre all’aspetto motivazionale durante il corso Lisa ha affinato nozioni tecniche. “Ho imparato la progettazione anche in 3D, prima la conoscevo poco”. Lisa ha cominciato a realizzare progetti edili in proprio, come consulente per privati e pubblico: un esempio di autoimprenditorialità che prende spunto da mentalità produttiva e voglia di mettersi in gioco. “I tutor mi hanno seguito in maniera splendida” conclude Lisa, ripartita di slancio.