Fondi comunitari, l’Italia arranca nella spesa (meno del 5%), mentre il Veneto è già oltre il 50%

Dei 44,6 miliardi di risorse cui l’Italia ha diritto nel periodo 2014-2020 la spesa prosegue con il contagocce e c’è il fondato rischio di doverli restituire in gran parte. Donazzan: «i 764 milioni di euro che toccano al Veneto saranno investiti tutti nei tempi previsti». 

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Mentre il governo nazionale scalda i motori per realizzare il bilancio 2019 dello Stato battendo ogni giorno il tasto di chiedere a Bruxelles maggiore elasticità e, soprattutto, maggiori risorse, ancora una volta emerge la drammatica lentezza con cui le amministrazioni locali e nazionali riescono ad impegnare i fondi comunitari già disponibili, che non sono una bazzecola: la bellezza di 44,6 miliardi di euro per il periodo 2014-2020.

Il problema è che a poco più di un anno dalla scadenza del piano la spesa italiana (e delle regioni) dei fondi comunitari sia ferma ad uno scarso 6% del plafond disponibile. In pratica, dopo quattro anni dall’entrata in vigore del piano l’Italia (e le regioni) sono state in grado di spendere solo 3 miliardi di euro, con il rischio di doverli in gran parte restituire all’Unione Europea che li dirotterà a stati più virtuosi della Penisola.

In questo scenario drammaticamente sconcertante dove da una parte si reclamano più risorse e dall’altro non si riesce a spendere quelle – ingenti – già disponibili proprio da quell’Europa cui si chiede costantemente elasticità, emerge la regione del Veneto che ha già impegnato oltre il 50% della quota di sua competenza, pari a 764 milioni di euro. Dato che viene sottolineato con soddisfazione dall’assessore al Lavoro della Regione del Veneto, Elena Donazzan: «ancora una volta il Veneto è una delle pochissime Regioni che stanno dimostrando efficienza. Sono orgogliosa dei nostri risultati, che dimostrano come sia utile alle imprese e al mondo del lavoro la capacità del Veneto e dei tecnici regionali di gestire con efficacia la partita dei fondi europei. I numeri e le statistiche non mentono: siamo al livello dei Paesi europei più evoluti e sul podio nazionale, dove si evidenziano ancora velocità molto diverse tra le Regioni».

Il Veneto si colloca sul podio per l’utilizzo dei Programmi Operativi Regionali del Fondo Sociale Europeo, essendo tra le pochissime ad aver già raggiunto e superato l’obiettivo del pieno utilizzo dei fondi comunitari in scadenza il 31 dicembre prossimo, con una percentuale di avanzamento della spesa già superiore al 50% (50,9) sul periodo del Fse 2014-2020.

«E’ una partita da 764 milioni di euro – fa notare la Donazzan – che ci stiamo giocando al meglio e nella quale saremmo in grado di fare anche di più se esistesse un sistema di premialità per le Regioni che dimostrano efficienza, in un quadro generale in cui, non va dimenticato, l’Italia è contribuente attivo dell’Europa, cioè versiamo più di quello che riceviamo di ritorno. L’uso corretto e tempestivo dei fondi pubblici di qualsiasi provenienza è uno dei fattori grazie ai quali in Veneto possiamo parlare di ripresa economica e di buoni tassi di occupazione».