Oms contro la dieta mediterranea e il sistema agroalimentare italiano

Savino: «l’Italia guidi la difesa del patrimonio agroalimentare europeo di qualità». Della Vecchia: «ci appelliamo al ministro Centinaio per fare ritirare una proposta deleteria».

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consumo di alcol Oms contro la dieta mediterranea
La Dieta mediterranea, patrimonio immateriale Unesco per la corretta alimentazione, con consumo moderato di vino.

Oms contro la dieta mediterranea: la proposta lanciata nei giorni scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità – branca dell’Onu – in tema di qualità dell’alimentazione che metterebbe all0indice gran parte dei prodotti di qualità dell’agroalimentare italiano ed europeo viene rimandata al mittente e fa scattare le prime reazioni.

Per la deputata e coordinatrice regionale del Friuli Venezia Giulia di Forza Italia, Sandra Savino, «l’attacco a muso duro ai fondamenti della qualità del nostro patrimonio gastronomico è il primo atto di una cruenta guerra economica che gli USA hanno intrapreso contro l’Europa e contro di noi. Dobbiamo trasformare questo momento in un’occasione per l’Italia, affinché si erga a capofila di una solida difesa della cultura europea della nutrizione e della salute, opposta all’industrializzazione chimica del cibo tipica di alcune nazioni d’oltre oceano».

Secondo la deputata azzurra «la dieta mediterranea è universalmente considerata come la più equilibrata e capace di contribuire al benessere della persona. La possibile introduzione di “semafori” o immagini choccanti sulle confezioni di formaggi, salumi e olio similmente a quanto già avviene sui pacchetti delle sigarette sembra davvero un’idea generata da una mente perversa. Soprattutto se, poi, nonostante l’OMS stia a Ginevra, la matrice ispirativa di questa follia arriva da un Paese nel quale, a detta del ministero della Salute USA, l’obesità coinvolge quasi il 40% della popolazione adulta e oltre il 20% degli adolescenti». Una situazione dovuta in particolare all’abuso del cosiddetto “cibo spazzatura”, fatto di carni agli ormoni, grassi saturi, fritture varie, pocoa frutta e verdura.

Dietro l’attacco Oms contro la data mediterranea, secondo Savino, non c’è solo l’aspetto salutistico del nuovo corso dietetico che vorrebbe imporre l’Oms agli abitanti della Terra: «non dimentichiamoci gli sforzi che ha fatto tutta la nostra filiera della produzione alimentare per arrivare a livelli di qualità eccezionali, con livelli di controllo elevatissimi sulla materia prima e le sue trasformazioni, per offrire prodotti ad altissimo valore nutrizionale. L’alternativa che ci offrono è quella di una certa industria alimentare nella quale l’apporto della chimica è sempre condizionante, come l’utilizzo di gassificanti e di dolcificanti a base di aspartame: elementi fondamentali per la diffusione dilagante dell’obesità e di patologie assortite». Per questi motivi, conclude Savino «questa battaglia va combattuta a difesa di quel Patrimonio dell’Umanità che sono le nostre eccellenze alimentari, ma anche, e soprattutto, per il nostro comparto produttivo dell’agroalimentare che è una delle più importanti e trasversali risorse per il futuro della nazione».

Usa l’arma dell’ironia Mirco Della Vecchia, presidente di CNA Agroalimentare: «va bene. Ci arrendiamo subito ai caschi blu dell’ONU e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, il prosciutto di Parma e l’olio extravergine di oliva sono pericolosi. La prova? Mangiate per un anno intero, ogni giorno, un chilo di parmigiano, un chilo di prosciutto e bevete due litri di olio EVO: alla fine tanto bene in salute non starete di certo».

Dalla farsa alle cose serie: secondo Dalla Vecchia «si tratta di una brutta e serissima storia della lista di proscrizione alla quale stano lavorando al Palazzo di Vetro di New York. Per ora. Perché, per quanto ci riguarda, siamo di fronte ad un atto di guerra non convenzionale a tre pilastri del Made in Italy e della dieta mediterranea. Si sta tentando di ripetere l’operazione delle etichette per alimenti “a semaforo”. Forse è iniziata l’offensiva generale per cercare di mettere all’angolo i prodotti alimentari realizzati esclusivamente con ingredienti naturali, conosciuti e apprezzati da milioni di persone, per sostituirli con quelli artificiali, fabbricati da multinazionali e certificati da grandi laboratori pagati dalle multinazionali».

Di qui l’appello al ministro all’Agricoltura Gian marco Centinaio a «tenere gli occhi ben aperti e a reagire alta voce in tutte le sedi. I grandi formaggi stagionati italiani, il prosciutto di Parma e l’olio extravergine di oliva non portano nessun danno alla salute. Consumati con intelligenza e moderazione rappresentano invece tre grandissimi elisir di lunga vita. Esattamente come tutti gli altri prodotti agroalimentari firmati “Made in Italy”».