Chiusura punti nascita in Veneto: Zaia e delegazione di sindaci hanno incontrato il ministro Grillo

Illustriati anche al sottosegretario Fugatti i motivi per cui Adria, Piove di Sacco e Valdagno non vanno chiusi. Berti: «il ministro favorevole a rivedere le regole». 

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punti nascita in veneto

Il governatore della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha incontrato a Roma, il ministro della Salute Giulia Grillo, con la quale ha approfondito il tema del recente parere ministeriale sulla chiusura dei punti nascita veneti di Valdagno, Piove di Sacco e Adria. Lo stesso ministro, assieme al sottosegretario Maurizio Fugatti, ha incontrato i sindaci dei comuni interessati accompagnati dal consigliere regionale M5s, Jacopo berti.

Zaia aveva inviato al ministro Grillo una dettagliata lettera, nella quale ha descritto la situazione delle strutture interessate e le rispettive peculiarità territoriali e sottolineando che «appare evidente la necessità di garantire la specificità di questi territori, per i quali risulterebbe penalizzante l’assenza di un servizio essenziale di assistenza come il punto nascita».

Zaia nella lettera ha illustrato anche le scelte organizzative e programmatorie della Regione, «che hanno consentito di garantire elevati livelli di sicurezza per i punti nascita di classe seconda, alla quale appartengono le strutture in questione», descrivendo punto per punto il modello assistenziale della rete del percorso nascita attiva in Veneto.

«Considerata questa articolazione – conclude Zaia – nonché gli standard di sicurezza garantiti anche per i punti nascita con meno di 500 parti, in condizioni orografiche difficili, ho chiesto che venga mantenuta l’apertura dei punti nascita di Adria, Piove di Sacco e Valdagno, con revisione del parere del Comitato nazionale punti nascita».

Il ministro Grillo ha ricevuto anche i sindaci dei comuni interessati alla chiusura dei punti nascita: Davide Giannella (Piove di Sacco), Giancarlo Acerbi (Valdagno), Omar Barbierato (Adria), oltre a Franco Vitale (presidente della conferenza dei sindaci). «Abbiamo portato a Roma i sindaci veneti per far capire al ministero che i punti nascita del Veneto non possono e non devono essere chiusi – afferma il consigliere regionale del M5s, Jacopo Berti -. Abbiamo parlato a lungo, e il ministro si è dimostrato favorevole a rivedere le deroghe che permetterebbero ai nostri punti nascita di rimanere operativi: stiamo parlando di aree geografiche che, per vari motivi, hanno bisogno di questo servizio, nonostante i numeri in senso stretto non rientrino nelle tabelle ministeriali».

«Nei nostri punti nascita lavora personale di altissimo livello e sono tutte strutture di eccellenza – ricorda Berti – hanno i requisiti per essere dei punti di riferimento importantissimi per il territorio e dobbiamo consentire alle giovani coppie e alle famiglie di poter accedere a questo servizio per dare un nuovo impulso alla ripresa demografica veneta».

L’apertura del ministro Grillo potrebbe portare a rivedere la chiusura che interessa anche decine si altri punti nascita italiani, situati spesso in località di montagna, strenuamente difesi dalla popolazione locale.