La Provincia di Bolzano non ci sta a vedere abbattuto per via giudiziaria uno dei suoi storici feticci, quello della proporzionale etnica, ovvero la ferrea ripartizione per quote etniche dei posti pubblici messi a concorso o selezione pubblica in Alto Adige: la Giunta provinciale guidata da Arno Kompatscher ha deciso di ricorrere contro la sentenza con cui il Tribunale riconosce a un’azienda privata il diritto di non applicare la proporzionale etnica.
Secondo la Provincia, la disciplina della proporzionale è, come il bilinguismo, una colonna portante dell’autonomia. Deve per questa ragione essere garantita nei servizi pubblici di ogni tipo e settore, anche quando tali servizi vengono svolti da soggetti privati. La decisione è stata adottata in riferimento alla causa aperta in relazione a un posto bandito nel marzo 2017 dalla SAD, che fu assegnato senza rispettare la ripartizione proporzionale in base ai gruppi linguistici. Alla fine di giugno il giudice di primo grado del Tribunale di Bolzano respinse il ricorso della Provincia, che aveva adito le vie legali per difendere i principi dello Statuto di Autonomia e le norme di attuazione sulla proporzionale etnica e sul bilinguismo.
per la Provincia l’obbligo di rispettare le disposizioni in materia di bilinguismo e proporzionale da parte del prestatore dei servizi ferroviari nonostante la privatizzazione era stato stabilito fin al 1988. In quell’occasione la Corte Costituzionale aveva emesso una sentenza secondo cui le aziende ferroviarie che esercitano in provincia di Bolzano i compiti delle già disciolte Ferrovie dello Stato devono, prima di procedere alla pubblicazione dei posti, interpellare il Comitato d’intesa e assegnare i posti nel rispetto della proporzionale. Nel caso della SAD il ricorso della Provincia però non è stato accolto. Il tribunale di primo grado l’ha respinto con sentenza notificata il 29 giugno scorso. Nel testo il giudice afferma che la proporzionale etnica nel settore del servizio ferroviario va applicata solo a soggetti “pubblici” e non a quelli privati.
«Sul piano giuridico – ha spiegato il vicepresidente della Giunta, il Dem Christian Tommasini – per noi non ci sono dubbi sul fatto che nel settore trasporti ci debba essere l’obbligo di rispetto della normativa». «Si tratta di una sentenza sbagliata – aggiunge il presidente della Provincia, Arno Kompatscher (Svp) -. La porporzionale va garantita anche in quei servizi un tempo gestiti in concessione da imprese statali e che oggi sono garantiti da soggetti privati. Si tratta di uno dei caposaldi dell’autonomia che va assolutamente difeso». La Giunta provinciale si dice fiduciosa che la Corte d’Appello si pronuncerà in senso opposto alla sentenza di primo grado. «Se anche la Corte d’Appello dovesse esprimersi nello stesso senso del Tribunale occorrerebbe sicuramente dare una nuova formulazione alla norma di attuazione del 1997 per garantire chiarezza normativa», sottolinea Kompatscher.
La delibera approvata dalla Giunta fa riferimento al cosiddetto “principio di pietrificazione”, che sarebbe stato completamente tralasciato. Esso stabilisce che anche le altre società che svolgono sul territorio provinciale l’attività di gestione del trasporto ferroviario debbano garantire il servizio in entrambe le lingue e che per questa ragione siano tenute al rispetto del bilinguismo. Di qui consegue anche la necessità del rispetto della proporzionale etnica.
Di parere diametralmente opposto la coordinatrice di Forza Italia Alto Adige, la deputata Michaela Biancofiore: «più che pensare a “principi pietrificati”, Kompatscher e Tommasini farebbero meglio a rispettare fino in fondo lo Statuto di Autonomia, che prevede espressamente un termine di cessazione della proporzionale dopo 30 anni dalla sua emanazione, termine scaduto nel 2002. Se agli inizi tale strumento poteva anche avere una sua validità per riequilibrare la presenza dei vari gruppi entici nel comparto pubblico, oggi questo non ha più senso. Continuare a sventolare il feticcio della “proporzionale” è utile solo alla Svp che vuole tenere alto gli steccati tra i vari gruppi etnici che popolano l’Alto Adige».
Secondo Biancofiore, «la Sad così come qualsiasi altro soggetto attivo nel settore dei servizi pubblici vuole assumere dipendenti, deve essere libero di farlo sulla base di meri criteri di competenza e di capacità, oltre che di conoscenza delle lingue, al di là che siano italiani, tedeschi o ladini. Di più: se l’obiettivo finale è il garantire il bilinguismo, meglio sarebbe investire maggiori risorse per fare apprendere le lingue, visto che tutti gli indicatori danno in calo la conoscenza dell’italiano tra i tedeschi e viceversa».