Il Trentino non è solo agricoltura, buon vino e turismo: c’è anche una rilevante componente manifatturiera capace di essere leader indiscussa nel mondo, magari grazie all’appoggio di una qualche realtà globale, come nel caso della Karl Mayer Rotal. Questo è il caso di un’azienda familiare metalmeccanica della famiglia Paoli di Mezzolombardo che nel giro di cinquant’anni è assurta da piccola azienda artigianale a costola strategica di un grande gruppo mondiale, come la tedesca Karl Mayer, leader indiscussa nel campo delle macchine per la tessitura con il 65% del mercato globale.
A Mezzolombardo si è celebrato il XX anniversario dell’entrata della Rotal all’interno del gruppo Karl Mayer con una festa aziendale per celebrare il passato e anticipare il futuro prossimo. Il passato dell’azienda trentina, ora denominata Karl Mayer Rotal, è quello di un’azienda artigianale che ha saputo innovare e crescere nel tempo, passo dopo passo tenendo alta la capacità di ricerca e di approntamento di soluzioni per i problemi del campo tessile.
L’azienda rotaliana era leader nelle macchine per la preparazione e filatura di fibre tessili naturali, come cotone e lana. Con l’andare del tempo, il mercato le ha imposto di crescere ulteriormente, ma per farlo era necessario avere le spalle più grandi di quella della sola famiglia Paoli. Ecco la coincidenza fortunata: la tedesca Karl Mayer, leader internazionale nei macchinari per la filatura e tessitura di fibre sintetiche era alla ricerca di un partner per allargarsi anche a quelle naturali. L’incontro con la Rotal dei Paoli è avvenuta quasi per caso, dopo avere scartato realtà più grandi per l’indisponibilità dei possibili partner: «mi ricorderò sempre quando vennero da noi i responsabili della Karl Mayer – dice soddisfatto Enzo Paoli, amministratore delegato dell’azienda trentina – per chiedere la disponibilità ad una collaborazione dopo avere fallito i contatti con i nostri competitori più grandi e strutturati. A noi è bastata una stretta di mano per mettere in pista una collaborazione che è durata sette anni, durante i quali i nostri competitori hanno progressivamente chiuso. Quando siamo stati dinanzi al bivio della crescita, abbiamo proposto a Karl Mayer di fare un passo in più e di diventare nostro azionista. Non volevamo cedere l’azienda, ma i tedeschi erano netti: o la maggioranza o niente. Abbiamo accettato e col senno del poi abbiamo fatto bene. Ora – prosegue Paoli – la nostra è una realtà che fa parte di un gruppo leader mondiale, siamo passati dai 9,3 milioni di fatturato ai 65,7 del 2017 con obiettivo oltre 70 per il 2018, portando la produzione dalle iniziali 3 alle odierne 10 macchine al mese e diventando rappresentanti esclusivi per l’Italia di tutta la produzione Karl Meyer».
Il cammino di Karl Mayer Rotal non è finito qui, ma guarda al futuro: «la voglia di innovare non ci è venuta meno e ora puntiamo al mercato del denim sostenibile per produrre jeans e relative variazioni con un impatto ambientale decisamente ridotto rispetto ad oggi. Da leader mondiali nel campo della tintura del denim, abbiamo brevettato un sistema di tintura decisamente più efficiente, che abbatte del 50% il consumo di acqua e l’uso di agenti chimici, oltre a ridurre le dimensioni dell’impianto di tintura che oggi è una linea di oltre 100 metri di lunghezza – dice orgoglioso Paoli -. Oggi, tramite un bagno in atmosfera controllata d’azoto priva di ossigeno, acceleriamo sensibilmente il processo di tintura del filato di cotone con l’indaco. Abbiamo in corso di realizzazione un’ala apposita del sito produttivo di Mezzolombardo dove sperimentare questo procedimento innovativo, che dà origine ad un filato sostenibile, ma di caratteristiche diverse rispetto al denim ormai standardizzato. Puntiamo ad allestire una vera e propria accademia per la produzione di tessuti campione basati sul denim ecosostenibile sulla base delle necessità dei vari stilisti per imporre questo nuovo tessuto al mercato».
L’80% del fatturato di Karl Mayer Rotal è realizzato sul mercato estero, principalmente Cina, India, Pakistan, Turchia, mentre quello nazionale è marginale nella crescita aziendale. Punti di forza del gruppo Karl Meyer (una realtà a conduzione familiare fondata nel 1937 e che oggi vanta più di 2.400 dipendenti nel mondo – di questi 105 nel sito trentino – e un fatturato globale di 750 milioni di euro con una quota di mercato mondiale del 65%) è l’offerta di una tecnologia con soluzioni sempre più performanti ed innovative, oltre all’impareggiabile esperienza maturata elaborando progetti chiavi in mano in tutto il mondo all’insegna della qualità e servizio totale al cliente.