Mobilità nell’arco alpino: III conferenza Eusalp a Trento

Grandi corridoi, ma anche reti secondarie e le loro interconnessioni richiamando un maggiore coordinamento tra le 48 regioni aderenti.

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conferenza eusalp a trento

Al centro della III conferenza Eusalp a Trento sulla mobilità sono state le reti secondarie, anche nelle loro interconnessioni con i grandi corridoi transeuropei – come ad esempio quello del Brennero – sono una risorsa strategica per la mobilità dell’arco alpino. Per far sì che esprimano al meglio le loro potenzialità è necessario un più forte coordinamento fra le 48 regioni che aderiscono a Eusalp, puntando a due obiettivi strategici: crescita dell’intermodalità (tipicamente, da gomma e rotaia), maggiore accessibilità i fra territori dell’arco alpino e fra questi e le aree esterni.

Di questo si è parlato a Trento nell’ambito dell’incontro organizzato dal Gruppo di Azione 4 Trasporti della Macroregione alpina Eusalp, la cui guida fa capo all’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino.

In apertura, l’assessore trentino ai trasporti, Mauro Gilmozzi, ha detto che «le Alpi non vanno viste solo come un luogo di attraversamento sull’asse Nord-Sud, ma anche di interconnessione, ovvero in senso orizzontale, collegando città e regioni disposte lungo tutto l’arco alpino in una logica di corridoio, puntando a trasferire quote crescenti di traffico da gomma a rotaia».

«Il traffico è benedizione ma anche condanna – ha sottolineato il presidente altoatesino, Arno Kompatscher – perciò consideriamo di fondamentale importanza affrontare questa problematica. Se vogliamo che molte persone passino al trasporto pubblico, non solo per il traffico merci ma anche per andare al lavoro o in vacanza, è necessario che i diversi sistemi comunichino. Ciò tenendo conto che parte del traffico si origina internamente alle nostre regioni. Riguardo alle infrastrutture, non sono solo “hardware”, strade, ferrovie, ponti, ma anche “software”, cioè banda larga, servizi in rete,  in modo che non sia sempre necessario  spostarsi fisicamente».

Per la vicepresidente del Tirolo, Ingrid Felipe «le regioni dell’Euregio hanno la fortuna di essere direttamente interessate  dalla più grande galleria ferroviaria del mondo in fase di realizzazione. Dobbiamo cogliere questa opportunità concentrandoci sul tema dello spostamento del traffico dalla strada alla ferrovia, che non è una prerogativa del tunnel di base ma  una priorità del sistema della mobilità complessivamente inteso. La sfida è cruciale: dobbiamo considerare la mobilità come un diritto umano delle nostre regioni alpine».

I lavori della conferenza Eusalp a Trento sono proseguiti entrando più specificatamente nel tema delle reti secondarie, porti e interporti compresi, in una visione, è stato detto, che da “Brennerocentrica” deve diventare “Eusalpcentrica”. Tra gli interventi anche quello di Roberto Andreatta, dirigente del Servizio trasporti pubblici della Provincia di Trento, che ha parlato della necessità di potenziare non solo le reti di mobilità e trasporto secondarie, ma anche quelle “terziarie” e “quaternarie” se si vuole fermare lo spopolamento delle aree di montagna, di cadenzamento delle corse che collegano le periferie al fondovalle, di valorizzazione delle ferrovie esistenti, di sostenibilità delle stesse reti stradali.

Andreatta ha tracciato anche il percorso che sta effettuando il Trentino con politiche della mobilità orientate a ribaltare il rapporto oggi esistente tra trasporto sostenibile (bici, mezzi pubblici, piedi) e utilizzo del mezzo privato, laddove rispetto al 42,4% di mobilità sostenibile si ha un 58% circa di spostamenti continuativi in auto o moto, con l’obiettivo di arrivare al 45% di mobilità sostenibile entro il 2020, al 50% entro il 2025 e al 60% entro il 2030. «Una politica integrata della mobilità – ha sostenuto Andreatta – dovrebbe basarsi su tre pilastri: la mobilità ferroviaria per le connessioni con le grandi reti di trasporto con il potenziamento delle stazioni di connessione e il cadenzamento sulla rete ferroviaria secondaria; la mobilità pubblica su gomma, per le connessioni secondarie e per la riduzione ottimale della mobilità individuale privata: in Trentino si punta ad un aumento del 50% dei trasporti pubblici locali extraurbani su gomma, tale da arrivare a soddisfare la domanda di mobilità con questa modalità per una quota che dal 24% dovrebbe passare al 28% sul totale; infine, terzo pilastro, l’aumento della sostenibilità della mobilità locale con il piano provinciale degli spostamenti casa-lavoro favorendo la ciclabilità, la mobilità elettrica, “car pooling” e “car sharing”. Per il Trentino, dove i dipendenti di aziende con più di 10 addetti sono circa 80.000 e producono 150.000 viaggi/giorno, sottrarre alla mobilità privata una quota del 20% significherebbe guadagnare alla mobilità “leggera” almeno 30.000 viaggi/giorno».

La conferenza Eusalp a Trento si è conclusa con una tavola rotonda animata dagli assessori ai trasporti dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino (Ingrid Felipe, Florian Mussner, Italo Gilmozzi) e della Regione Veneto (Elisa De Berti) in cui si è condivisa l’assoluta necessità di trasferire da subito una quota consistente di traffico merci dalla gomma alla rotaia, non solo per tutelare la salute delle popolazioni che vivono nei territori interessati ma per tutelare anche gli investimenti economici privati e il turismo.