Prezzi del riso italiano crollati grazie ad import riso asiatico a dazio zero

Allarme nelle campagne del Nord Italia: -58 % per l’Arborio al -57 % per il Carnaroli, dal -41 % per il Roma al -37% per il Vialone Nano. L’allarme di Coldiretti per la sostenibilità del settore. Centinaio: «ripristineremo i dazi all'importazione».

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prezzi del riso italiano

E’ necessario fermare le importazioni di riso asiatico a dazio zero che stanno facendo concorrenza sleale alle produzioni nazionali e comunitarie causando il crollo dei prezzi del riso italiano. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che deve scattare al più presto la clausola di salvaguardia prevista dall’Unione Europea relativa alle importazioni di riso originario dalla Cambogia e dalla Birmania da dove nell’ultimo anno ne sono arrivati in Italia 22,5 milioni di chili.

Una necessità – sottolinea la Coldiretti – per fermare le importazioni di riso a dazio zero dai Paesi asiatici “EBA” (“Tutto tranne le armi”) che nell’ultimo anno hanno dimezzato le quotazioni riconosciute agli agricoltori italiani su livelli insostenibili. L’obiettivo è fermare la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero da questi Paesi perché la crisi dei prezzi mette a rischio la sopravvivenza e il futuro dell’intera filiera risicola europea. Un passo importante ed urgente – sottolinea la Coldiretti – nei confronti dell’invasione da Paesi come la Cambogia e la Birmania da dove sono triplicate nell’ultimo anno le importazioni in Italia di riso greggio raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione.

Secondo Coldiretti, un pacco di riso su quattro venduto in Italia contiene prodotto straniero con la produzione asiatica che rappresenta circa la metà del riso importato in Italia. Non c’è dunque tempo da perdere per salvare la risicoltura italiana da una situazione in cui nell’ultimo anno i prezzi riconosciuti agli agricoltori italiani hanno fatto registrare contrazioni consistenti per le principali varietà di riso che vanno dal -58 % per l’Arborio al -57 % per il Carnaroli, dal -41 % per il Roma al -37% per il Vialone Nano.

La crisi è drammatica e mette a rischio il primato nazionale in Europa dove l’Italia è il primo produttore di riso con 1,50 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4.000 aziende di 234.300 ettari, che copre circa il 50 % dell’intera produzione UE con una gamma varietale del tutto unica. «Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale – ha affermato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo -. E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore. Bisogna fare presto – precisa Moncalvo – per chiudere l’inchiesta e attivare la clausola di salvaguardia per affrontare concretamente una crisi che già da troppo tempo compromette il futuro di migliaia di risicoltori e delle loro famiglie».

Sul tema interviene anche il ministro all’agricoltura italiano, Gianmarco Centinaio: «voglio rassicurare i nostri agricoltori. E’ notizia di oggi che la Commissione europea ha preso la nostra segnalazione su questo tema e ritiene giustificato quanto abbiamo denunciato in termini della creazione di un fenomeno di dumping a danno delle produzioni europee e, sopratutto, italiane. Ho avuto assicurazioni dalla commissaria al Commercio Cecilia Malmstroem che i nostri agricoltori non devono sopportare gli effetti degli aiuti allo sviluppo dei paesi del SudEst asiatico. In questi termini, la commissaria ha aperto al ripristino dei dazi comunitari sulle importazioni di riso extraeuropeo». Nelle more del provvedimento, Centinaio ha ricordato che «già da settimane ha dato mandato al Corpo forestale dello Stato di rafforzare i controlli sulla qualità dei prodotti alimentari d’importazione, riso compreso, per vedere se sussistono casi di sofisticazione e di mancato rispetto dei limiti di sostanze potenzialmente nocive per l’uomo».