La ripresa economica del Trentino – che viaggia a velocità decisamente inferiore rispetto alla gemella provincia di Bolzano – è stata la protagonista dell’assemblea di Confindustria Trento.
Ad aprire i lavori, la relazione del presidente degli industriali trentini, Enrico Zobele, che ha parlato in primo luogo dei rapporti con l’Europa e della situazione politica italiana: «chi fa industria sa bene che senza il progetto europeo molto probabilmente oggi l’Italia non sarebbe la seconda manifattura in Europa e la settima al mondo». Di qui l’appello alle istituzioni, affinché l’Italia contribuisca alle grandi riforme di cui l’Europa ha bisogno e lavori per la crescita e la coesione sociale: soprattutto in un momento in cui la ripresa è ancora fragile. E la condivisione di un sogno: che il Trentino, dopo 15 anni, torni ad avere un suo rappresentante nell’europarlamento.
A proposito dello scenario provinciale, Zobele si è rammaricato dell’incertezza che governa gli assetti in vista delle prossime elezioni: «se a livello nazionale abbiamo già visto che il sistema tripolare ha portato alla situazione che tutti conosciamo, parlare di quattro poli in Trentino personalmente mi fa rabbrividire».
Commentando il rafforzamento della ripresa nel primo trimestre 2018 evidenziato dall’indagine della Camera di commercio di Trento, Zobele ha rammentato il gap con le regioni in cui più veloce è la crescita del Pil pro-capite: «questa crescita non può provenire che dal settore produttivo, il quale contribuisce al Pil provinciale e al bilancio della Provincia attraverso le tasse che le imprese pagano direttamente e attraverso gli stipendi dei lavoratori, che a loro volta generano imposte e consumi».
Parlando dei pregi e delle potenzialità dell’industria in Trentino, Zobele ha condiviso l’auspicio di una maggiore sinergia tra imprese e categorie. Che proprio in queste settimane hanno deciso di dare un segnale di compattezza: il presidente di Confindustria Trento ha annunciato che le associazioni stanno lavorando «ad un documento che presenteremo ai candidati delle elezioni provinciali, che conterrà le nostre proposte per il Trentino». Il numero uno di Palazzo Stella ha dunque anticipato i temi che più stanno a cuore agli industriali, e in primo luogo quello gli investimenti in infrastrutture, materiali e immateriali, dalle opere connesse ai lavori sulla ferrovia del Brennero alle opere viarie da tempo attese, come la Valdastico e la nuova viabilità per il Garda “Loppio-Busa”, esprimendo preoccupazione per le contrarietà già espresse «da una forza politica che si candida a governare il Trentino», evocando la contrarietà a gran parte degli investimenti infrastrutturali da parte del M5S.
A proposito della politica fiscale, in particolare a proposito dell’aliquota Imis, il presidente di Confindustria Trento ha auspicato «una maggiore equità di trattamento, soprattutto tra imprese di settori diversi che sono sottoposte a regimi fiscali diversi». Sul fronte del credito, ha espresso preoccupazione per gli annunci del ministro pentastellato Fraccaro, che ha messo in discussione il progetto di aggregazione del credito cooperativo. Ha inoltre sottolineato la necessità di nuovi strumenti a supporto della patrimonializzazione delle imprese e della finanza aziendale, e di un unico consorzio fidi per le imprese trentine.
Per arginare il problema più volte sollevato della difficoltà nel reperimento delle risorse umane, Zobele ha invocato maggiori investimenti sulle politiche attive del lavoro, una più forte regia unica in capo ad Agenzia del Lavoro, un raccordo più stretto tra politiche del lavoro e politiche per la formazione. Ha ricordato infine che la priorità delle priorità, per le imprese, resta la semplificazione amministrativa.
All’Assemblea di Confindustria Trento ha portato il suo saluto anche il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, e l’assessore all sviluppo economico, Alessandro Olivi. A seguire le relazioni del direttore scientifico della Fondazione NordEst, Carlo Carraro: «la ripresa economica è partita da NordEst, ed è il NordEst, soprattutto Trentino Alto Adige e Veneto, che sta trainando la ripresa economica di questi ultimi mesi», evidenziando i punti di forza del Trentino, capace di crescere, nel breve periodo, più delle altre regioni, e capace di affrontare le sfide globali con trasformazioni strutturali. «Negli ultimi dieci anni è evidente un cambiamento nella composizione del sistema produttivo del Trentino, con una riduzione delle attività manifatturiere e una crescita delle attività terziare, sia quelle ad alto contenuto di conoscenza, professionali, scientifiche e tecniche, sia sul fronte dei servizi di alloggio e ristorazione – ha detto Carraro -. La crescita del lavoro femminile, un sistema scolastico d’avanguardia, anche grazie alla crescita degli ITS, investimenti pubblici che hanno avuto un effetto anticiclico, sono tra i fattori più rilevanti per capire la ripresa di oggi e soprattutto la sua sostenibilità nel tempo».
Su questi temi si sono dunque confrontati Nicola Calabrò, amministratore delegato e direttore generale Sparkasse Cassa di Risparmio di Bolzano, Rocco Cristofolini, vicepresidente Confindustria Trento, Federico Giudiceandrea, presidente Assoimprenditori Alto Adige e Matteo Zoppas, presidente Confindustria Veneto. Interpellato a proposito delle istanze espresse dagli industriali sul tema del credito, Calabrò ha parlato del nuovo ruolo delle banche, e in particolare di quello di una banca territoriale come Sparkasse in Trentino: «aiutiamo le famiglie, aiutiamo le imprese: siamo partner della partita della crescita alla quale ci chiamano gli industriali. La ripartenza si vede, anche in questa provincia, che è certamente più dinamica che in passato».
Giudiceandrea ha ricordato i passi della recente industrializzazione dell’Alto Adige e le caratteristiche del sistema imprenditoriale della provincia di Bolzano: gli investimenti in ricerca e sviluppo, l’esplosione delle esportazioni: «Anche l’economia dell’Alto Adige – ha detto – è sostenuta soprattutto dall’industria».
Ha tratteggiato i contorni del caso trentino il vicepresidente Cristofolini, che ha parlato di un mix vincente di settori e vocazioni. A proposito del mancato incontro tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, ha illustrato il contributo dell’Associazione al dialogo con il mondo della formazione «che deve essere capace di stare ai tempi dello sviluppo tecnologico».
Il ruolo del sistema e della rappresentanza confindustriale per lo sviluppo di piani di crescita a lungo termine è stato rimarcato da Zoppas: «mai come in questo momento abbiamo avuto bisogno di un’inversione di tendenza rispetto alle resistenze che ci impediscono di fare impresa: noi imprenditori ci siamo creati una fama nel mondo e per mantenerla dobbiamo essere liberi di lavorare».