Appello di CNA Fita: «l’Italia porti le imposte sul gasolio sotto il 50% del costo complessivo alla pompa»

Secondo la categoria artigiana il costo del carburante intacca la competitività del sistema Paese. 

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«L’Italia porti le imposte sul gasolio commerciale da autotrazione sotto il 50% del costo complessivo alla pompa, come già hanno fatto tredici Paesi europei. Solo così potrà essere restituita la necessaria competitività alle imprese del trasporto e all’intero sistema Paese». Lo dichiara il presidente nazionale CNA Fita, Patrizio Ricci.

Uno studio della CNA rileva che, nel mese di maggio, l’Italia ha raggiunto il poco invidiabile secondo posto nella classifica dei prezzi del gasolio commerciale da autotrazione alla pompa più alti d’Europa, alle spalle della Svezia. In fondo alla graduatoria i Paesi, dalla Polonia alla Bulgaria e alla Romania, i cui vettori hanno visto impennare i chilometri percorsi sulle strade europee, con il picco del +55% della Romania.

Il carburante incide tra il 30% e il 40% sui costi di gestione delle imprese italiane di autotrasporto e il suo continuo andamento al rialzo ha contribuito in maniera determinante al decremento del trasporto merci nazionale, pari al 9,4% negli anni 2013/2016, e alla chiusura di quasi 27.000 imprese nel periodo 2008/2017. Imprese sostituite dai vettori esteri che hanno penalizzato l’Italia in termini di occupazione, tasse, imposte e contributi.

Al costo industriale del gasolio commerciale da autotrazione in linea con la gran parte dei Paesi europei (l’Italia è XI nella relativa graduatoria, corrispondono tassazione e accise pari a ben il 59,19% del prezzo alla pompa, che assegnano all’Italia il secondo posto in Europa per maggiore imposizione, alle spalle del Regno Unito. Il Lussemburgo (con il 44,12%) è lo Stato dove sul gasolio commerciale da autotrazione il fisco incide in misura minore, seguito da Polonia, Romania, Bulgaria, Spagna.

Non solo: il livello del prezzo così alto consente anche fenomeni di elusione, con i Tir italiani diretti verso l’estero che preferiscono fare il pieno di gasolio oltre frontiera, ripetendolo pima di rientrare, con il risultato di ridurre le vendite alle pompe italiane, con conseguente riduzione di gettito fiscale. Abbassare la pressione gravante sul Diesel consentirebbe alle casse dello Stato di incassare maggiore gettito, grazie al maggiore volume venduto dalle pompe di servizio nazionali.