Lavoro: Confindustria Padova soddisfa al Sud la sua “fame” di ingegneri e di tecnici

Selezionati i primi 8 diplomati e 1 ingegnere da Sardegna e Abruzzo per il profilo di “manutentori meccanici”. In Veneto il 54,2% di tecnici ingegneristici e della produzione è di difficile reperimento, il 39,4% di operai specializzati. Vilnai: «deficit strutturale, dialogo con la scuola e anche con il Mezzogiorno per dare una risposta». 

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In attesa del (nuovo) governo, si muovono le imprese e le loro associazioni per contrastare il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro. Un vero paradosso in Veneto, dove su 141.500 assunzioni programmate tra aprile-giugno 2018, 10.452 sono di difficile reperimento (23,2%). Con picchi del 54,2% per tecnici ingegneristici e della produzione, del 39,4% per operai specializzati meccanici, meccatronici, i più ambiti dalle imprese ma pressoché introvabili e con l’offerta scolastica in affanno a tener dietro.

Aziende come A.Piovan di Borgoricco (Padova), che produce rulli in gomma per la conceria, La Meccanica, che esporta il 75% delle sue macchine per mangimi e biomasse e Voestalpine Bohler Welding Fileur (filo animato per saldatura) di Cittadella, Sariv di Fontaniva che fa rivetti e fissaggi con tecnologie 4.0: da un lato le quattro aziende padovane che, in odore di ripresa e investimenti, hanno fame di tecnici specializzati e si attivano per cercarli anche in altre regioni, formarli e inserirli. Dall’altro, nove giovani disoccupati da Sardegna e Abruzzo, motivati, disposti a specializzarsi in una mansione “tecnica” e a trasferirsi in Veneto. È l’esperienza di “Rete per la Metalmeccanica”, il progetto promosso da Confindustria Padova attraverso la Delegazione di Cittadella in collaborazione con Enaip Veneto e Tempor Agenzia per il lavoro, per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro e la formazione dei profili più richiesti.

Un’esperienza “di territorio” che, dopo aver formato l’anno scorso 15 addetti alla saldatura (la metà già inseriti in azienda), ha fatto un ulteriore salto allargando la ricerca al Sud e coinvolgendo già in fase progettuale le quattro imprese partner, con l’obiettivo stavolta di formare manutentori meccanici, molto richiesti dal comparto metalmeccanico dell’Alta Padovana, che concentra 1.754 imprese con 18.617 addetti, oltre un terzo (34,2%) del totale provinciale e il 38,8% degli addetti.

Dopo avere definito con le aziende requisiti e competenze, il progetto ha pre-selezionato 30 curricula di disoccupati e inoccupati da Abruzzo, Marche, Molise e Sardegna. In quindici hanno affrontato il colloquio individuale con le aziende a Cittadella, e nove sono stati selezionati per la formazione professionalizzante di due mesi: 200 ore di lezioni frontali e pratica di laboratorio all’Enaip Veneto di Cittadella, con viaggio e ospitalità in appartamento offerti dalle aziende.

Ora si conclude il processo formativo, e da lunedì 14 maggio i nove giovani, dai 21 ai 42 anni, otto sardi e un abruzzese, tutti con diploma tecnico e un ingegnere, saranno inseriti nelle quattro aziende partner in somministrazione lavoro per 3 mesi. Un periodo necessario per apprendere e affinare sul campo le abilità di manutentori, assistenza agli impianti e macchinari di produzione, con solide possibilità di prolungare il rapporto di lavoro. Una risposta concreta al mancato incontro tra domanda e offerta, e attraverso il ruolo attivo del sistema associativo e alla disoccupazione all’11,2%, ma al 19,4% al Sud, quasi tre volte il dato del Nord (6,9%). Dove la ripresa rischia di spiaggiarsi sulla carenza di periti, tecnici e ingegneri.

«Il divario tra domanda e offerta di lavoro in Veneto ormai è strutturale. Le imprese hanno investito in tecnologie, anche grazie a Industria 4.0, ma per crescere non bastano macchine all’avanguardia se poi mancano le persone in grado di usarle, gestirle e innovarle – spiega Omer Vilnai, delegato di territorio Confindustria di Cittadella -. Per questo abbiamo deciso di attivarci con un progetto rivolto al territorio con l’obiettivo di comunicare meglio a giovani, famiglie e scuola quali sono le competenze di cui l’industria ha bisogno, dall’altro di dare una risposta concreta al divario, rivolgendoci anche ad altre regioni del Centro-Sud. Profili tecnici come quello del manutentore, sono figure chiave per le Pmi, subito assorbite dal mercato dopo la scuola. Le aziende cercano giovani con una base tecnica ma da formare poi in modo specifico e far crescere in azienda, motivati e disposti a mettersi in gioco. Al Sud abbiamo trovato una risposta molto buona e una forte motivazione».