Veneto capofila del progetto di Parco archeologico dell’Alto Adriatico

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Zorzato: “un’iniziativa destinata a valorizzare il patrimonio archeologico dal litorale emiliano a quello sloveno”

Nell’ambito del progetto per la realizzazione del Parco Archeologico dell’Alto Adriatico (PArSJAd), di cui la regione del Veneto è capofila, è stata avviata un’attività di copianificazione nell’area del Comune di Quarto d’Altino, d’intesa con la provincia di Venezia, al fine di valorizzare l’offerta archeologica del territorio. Il gruppo di lavoro universitario, che è incaricato di mettere a punto la pianificazione culturale del progetto, ha impostato un laboratorio cittadino finalizzato a far partecipare la collettività alla definizione di un documento che integri conoscenze tecniche dei professionisti con la memoria storica e i saperi locali dei cittadini.

L’attività inizia in questi giorni (venerdì 25 maggio alle ore 19.30 è previsto l’incontro di presentazione nel Centro Sociale di Altino, presso il Museo Archeologico Nazionale) e si svilupperà fino a inizio luglio, con il coinvolgimento degli uffici regionali competenti per materia, nel corso di quattro incontri aperti alla popolazione locale e due escursioni guidate sul territorio.

Sul piano generale, il progetto strategico Parco archeologico dell’Alto Adriatico è finanziato con un fondo complessivo di 2.800.000 euro sul Programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013. Alla regione del Veneto è assegnato un importo di un 1.175.000 euro, che corrisponde al 41,9% del totale. L’obiettivo è la valorizzazione del patrimonio e dell’offerta archeologica dell’area costiera dell’Alto Adriatico, dal litorale emiliano a quello sloveno, in un’ottica unitaria e transfrontaliera.

Il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura, Marino Zorzato, sottolinea come questo progetto punti a “trasformare la risorsa culturale in vantaggio competitivo in termini sia turistici sia di miglioramento della qualità di vita delle collettività che risiedono nel nostro territorio”. Il progetto ha una durata di 36 mesi e indirizza le attività previste verso una migliore conoscenza, fruizione e accesso al patrimonio archeologico dell’Alto Adriatico. Insieme alle campagne di catalogazione, si articola anche in attività di carattere formativo degli operatori culturali e di analisi dei modelli più avanzati di gestione dei siti archeologici. Il progetto ha una significativa valenza anche in termini occupazionali per i giovani.