Cattolica Assicurazioni apre ai soci di capitale pur rimanendo sempre una cooperativa

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Il voto quasi unanime dell’assemblea dei soci raddoppia (5%) la soglia di partecipazione per le società e apre alla rappresentanza dei fondi d’investimento nel consiglio d’amministrazione. 

L’assemblea dei soci di Cattolica Assicurazioni ha deliberato che la società rimane una cooperativa salvando il voto capitario, ma innova la gestione e la partecipazione, aprendo maggiormente ai soci di capitale, fondi d’investimento in primo luogo.

I 3.700 azionisti che hanno partecipato all’assemblea di Verona hanno approvato il nuovo statuto contente alcune modifiche capaci di dare una nuova fisionomia alla compagnia assicurativa voluta dal presidente Paolo Bedoni e dall’amministratore delegato Alberto Minali che hanno incassato la quasi unanimità dei consensi.

Cattolica Assicurazioni rimane una società cooperativa dove vige il sistema “una testa, un voto”, a prescindere dalle azioni possedute, assieme alla soglia di partecipazione azionaria allo 0,5% per le persone fisiche, mentre è stata innalzata dal 2,5% al 5% quella prevista per le persone giuridiche, soglia che riguarda anche a enti collettivi e ai fondi d’investimento. Inotre, è stato soppresso il requisito di «rappresentanza territoriale» richiesto per i componenti il consiglio di amministrazione, nel quale, d’ora in poi, potranno sedere anche i rappresentanti dei fondi.

Superato completamente anche  il sistema di gestione duale suddivisa tra il consiglio d’amministrazione e il collegio sindacale, con la scomparsa di quest’ultimo organismo, sostituito dal comitato di controllo sulla gestione che per le società quotate composto da almeno tre membri. Quest’ultima modifica, però, avrà effetto solo a partire dal prossimo anno, con la nomina del nuovo consiglio, i cui componenti scenderanno a 17.

L’innalzamento dal 2,5 al 5% della soglia di partecipazione per le persone giuridiche, con la possibilità di non perdere lo status di socio oltre quel limite, serve a incentivare l’ingresso di «investitori rilevanti anche in Cattolica» ed è «fisiologico per una società quotata in Borsa che voglia avere una effettiva apertura sui mercati e garantire un corretto svolgimento delle negoziazioni», ha spiegato il presidente Bedoni. I soci di capitale, segnatamente i fondi, riunendo le partecipazioni potranno ottenere un seggio nel consiglio d’amministrazione al raggiungimento del 10% delle azioni. E un secondo se raggiungeranno la soglia del 15%.

Il presidente bedoni, rispondendo alle domande dei soci, ha ribadito che «la trasformazione in spa non è mai stata sul tavolo del consiglio. Dobbiamo farlo perché lo fanno tutti? Noi abbiamo un nostro modello d’impresa». Concetto ribadito anche dall’amministratore delegato Minali: «crediamo che con questo sistema si riesca ad arrivare a una sorta di terza via», ha chiosato Minali, «la sfida è proprio questa: a tre anni misureremo l’efficienza di questa azienda, i risultati che ha portato la riforma, pur rimanendo una società cooperativa. Ho la presunzione di credere che Cattolica, se trasformata in spa, potrebbe diventare ipso facto preda di altri, anche se la posizione del gruppo è estremamente solida e orientata alla prudenza».

L’assemblea ha approvato il bilancio 2017 della capogruppo, chiuso con un utile netto civilistico di 5 milioni di euro e un dividendo di 0,35 euro per azione.