Misurare la corruzione tra privati: studio pilota europeo dell’Università di Trento

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infiltrazioni criminali

Presentati i risultati del progetto europeo “PCB – The Private Corruption Barometer”, un sistema europeo di misurazione della corruzione nel settore privato. Intervistati duemila imprenditori su incidenza della corruzione e conflitto di interesse. 

La corruzione tra privati è un problema emergente all’interno dei Paesi europei. Il problema lambisce, pur se in maniera marginale, anche le imprese trentine. Lo dimostra lo studio condotto all’interno della provincia di Trento su un campione di circa duemila imprese, che è stato presentato alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento.

Il progetto “PCB – The Private Corruption Barometer”, un sistema europeo di misurazione della corruzione nel settore privato, è stato presentato da Andrea Di Nicola, Giuseppe Espa (coordinatore e vicecoordinatore di eCrime) e Fabrizio Costantino (ricercatore) e a discutere i risultati sono stati imprenditori, Forze di polizia e accademici che si sono confrontati sulle nuove frontiere della prevenzione e del contrasto del fenomeno.

Secondo quanto emerge dallo studio (proiezioni basate sulla risultanza campionaria), il 10% degli imprenditori della provincia di Trento ritiene che spesso o molto spesso le imprese offrano denaro, favori e regali ad altri imprenditori per assicurarsi favori in futuro. Per il 12%, i responsabili acquisti delle imprese realizzano spesso o molto spesso acquisti presso amici o parenti. Il 10% degli imprenditori intervistati ritiene che siano frequenti i casi in cui un responsabile degli acquisti di un’impresa riceva denaro, regali o favori da un’altra impresa per la realizzazione di un acquisto/ordine. Circa il 9%, infine, ritiene frequente che imprese intermediarie suggeriscano offerte meno vantaggiose intascando parte dei guadagni ottenuti.

Al dato sulla corruzione tra privati in Trentino si associa quello sulle conseguenze della corruzione. Circa il 43% degli intervistati ritiene che raramente il coinvolgimento di un dipendente di un’impresa in un caso di corruzione abbia ripercussioni sulla carriera dello stesso, mentre il 42% crede che sia raro che questo coinvolgimento implichi un danno di immagine all’impresa stessa. Per il 60% è raro che chi chiede o riceve una tangente sia effettivamente scoperto. Sembrano infine mancare i sistemi di sanzione: secondo circa il 57% degli intervistati, chi chiede/riceve una tangente non viene effettivamente sanzionato.

Lo strumento indaga anche aspetti come il conflitto d’interessi che, pur non essendo categorizzabili come corruzione in senso stretto, danneggiano il libero mercato. Il 26% delle imprese appartenenti ai servizi ritiene che il conflitto d’interessi in Trentino incida in maniera negativa sulla libera concorrenza. Della stessa opinione sono il 33% degli intervistati nel settore ristorazione/alberghiero e il 20% dell’industria e del commercio al dettaglio/ingrosso.

“PCB – The Private Corruption Barometer”, è stato il primo progetto di ricerca applicata in Europa che ha sviluppato uno strumento per la misurazione della corruzione tra privati negli Stati membri dell’Unione europea a supporto delle imprese. Lo strumento, modulabile e adattabile ai diversi settori imprenditoriali, è stato testato in quattro Paesi europei (Italia, Bulgaria, Germania, Spagna) e permette di misurare fattori come il rischio della corruzione tra privati in un’impresa, l’incidenza di episodi di corruzione, e il rischio che questi avvengano in futuro, valutando la presenza e l’efficacia delle misure anticorruzione implementate dalle stesse imprese.

L’idea alla base del progetto è stata sviluppata e testata per la prima volta nella Provincia di Trento nell’ambito del progetto europeo PCB, coordinato da eCrime (Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento), con Center for the Study of Democracy (Bulgaria), Mafia? Nein, Danke! (Germania), e Universidad Rey Juan Carlos (Spagna). Il progetto, che è durato più di due anni (gennaio 2016 – aprile 2018), è stato co-finanziato dalla Commissione europea con circa 500.000 euro nell’ambito del programma ISFP 2014 “Prevention and Fight against crime” della Direzione generale Migrazione e Affari interni.