I senatori Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder propongono di fare rivivere le festività religiose soppresse.
Mentre la politica nazionale gira a vuoto attorno alle esplorazioni dei vari cirenei di turno, la politica trova il tempo di occuparsi anche di provvedimenti di alto valore sociale e culturale, come il ripristinare le festività religiose soppresse da decenni.
Tra i primi progetti di legge depositati al Parlamento ce n’è uno proposto dalla pattuglia senatoriale della Svp (il partito etnico tedesco in Alto Adige, quello che ha fornito il seggio ombrello alla renzianissima sottosegretaria Maria Elena Boschi) che va proprio in questa direzione. La proposta è stata formulata da Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder (quest’ultimo nipote dello zio Luis, incontrastato kaiser della Provincia di Bolzano per oltre vent’anni, alla prima esperienza politica in assoluto).
I tre alfieri dell’autonomismo altoatesino ritengono opportuno incrementare di almeno cinque giorni le ferie comandate degli italiani. Nel mirino dei parlamentari ci sono i quattro giorni aboliti nel lontano 1977: si tratta di San Giuseppe (19 marzo), dell’Ascensione (40 giorni dopo Pasqua), del Corpus Domini (il giovedì successivo alla Santissima Trinità, che si celebra la domenica seguente alla Pentecoste, in Italia festeggiata solo in provincia di Bolzano che i tre moscehttieri SVp vorrebbero estendere anche a tutto il resto del Paese) e dei Santi Pietro e Paolo (che ora si festeggiano solo a Roma il 29 giugno).
Quarantuno anni fa queste festività furono soppresse dal legislatore perché, spiegano i senatori, «il loro carattere infrasettimanale avrebbe avuto una negativa incidenza sulla produttività delle aziende e dei pubblici uffici». Necessità evidentemente non più attuali, nonostante la produttività italiana sia inferiore alla media europea. Per gli alfieri delle ferie comandante «ci si può anche chiedere se proprio l’Italia, che tra i Paesi europei è uno di quelli nei quali la popolazione mantiene più viva la religiosità espressa secondo la tradizione cristiana, debba guadagnare in termini di produttività eliminando il disturbo di pochissime feste religiose infrasettimanali, quando le stesse sono conservate in molti altri Paesi europei».
Sarà, ma probabilmente l’obiettivo finale del Maginifici Tre è quello d’incrementare il giro d’affari – già alto – del turismo in Alto Adige: «se le ricorrenze si abbinano ai fine settimana ci sarebbe anche un aumento delle attività di svago e del turismo, il che può incidere positivamente sullo sviluppo economico del Paese». Wunderbar!