Migliorati i già ottimi dati del 2016. Caner: «un nuovo exploit da cui ripartire per migliorare ancora».
«Quando si parla di turismo del Veneto è diventata un’abitudine parlare anche di record. Da una parte siamo soddisfatti e orgogliosi dei risultati che stiamo ottenendo, dall’altra siamo attenti a non considerare i primati come una normalità certa e definitivamente acquisita: il turismo non è né una scienza esatta né un’idea codificata, è un insieme di molte componenti, costantemente esposto ai mutamenti sociali ed economici, alle politiche internazionali, alla moda, alle condizioni meteo… La parola d’ordine per tutti, operatori privati e amministratori pubblici, anche dopo questo nuovo exploit, è: da qui si riparte per migliorare ancora».
Ha esordito così l’assessore al turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, presentando a Venezia il rapporto del movimento turistico nel Veneto nell’anno 2017, predisposto dall’Unità organizzativa sistema statistico della Regione, in collaborazione con la Direzione turismo.
«Abbiamo intitolato il rapporto “Un continuo crescendo” – ha precisato Caner –, perché i numeri del 2017 sono quasi tutti preceduti dal segno “più” nel confronto con gli anni precedenti: rispetto al 2016 crescono, infatti, gli arrivi (oltre 19 milioni, +7,4%), le presenze (circa 70 milioni, +5,8%), gli italiani (+5,2% negli arrivi e +3% nelle presenze), gli stranieri (+8,6% negli arrivi e +7,1% nelle presenze), la spesa dei turisti stranieri (+5,7%), gli arrivi nelle singole Province e in ogni comprensorio (città d’arte, mare, lago, terme, montagna) e per ogni tipologia di struttura ricettiva. Segno “più” che ritroviamo anche nelle stime dei primi tre mesi di quest’anno, a confermare le ottime prospettive per il turismo del Veneto anche nel 2018».
L’unico dato negativo riguarda le presenze della montagna: «attribuibile – ha affermato l’assessore – essenzialmente alla scarsità di neve e alle poco favorevoli condizioni climatiche nella stagione invernale 2016-2017. Ma anche in questo caso non mancano i segnali incoraggianti: sono aumentati complessivamente gli arrivi, a conferma dell’appeal che esercitano le nostre montagne, e le presenze straniere che non hanno però compensato il calo di quelle domestiche. Esiste, obiettivamente, la necessità di riqualificare e ammodernare l’offerta montana, in termini di strutture, di servizi e di ospitalità complessiva, anche per recuperare competitività con le vicine realtà provinciali a statuto speciale. Ai 12,5 milioni di euro del “Fondo speciale per le Dolomiti e la montagna veneta” degli scorsi anni, annuncio che entro la fine di maggio sarà pronto un nuovo bando di circa 6 milioni di euro, in questo caso fondi del POR FESR, da destinare in particolare allo sviluppo delle strutture e imprese di alta montagna. Abbiamo, inoltre, in programma di organizzare il prossimo mese di ottobre un “Buy Veneto Speciale Montagna” e una straordinaria opportunità ci verrà data dai Mondiali di sci alpino di Cortina e delle Dolomiti del 2021: sarà l’occasione per effettuare un’azione promozionale su ampia scala, puntando soprattutto al mercato interno. Se poi Cortina e il Veneto avranno anche le Olimpiadi del 2026…».
Infine un guizzo d’orgoglio: «rilevo – ha concluso Caner – che il Veneto si conferma sul gradino più alto tra le regioni turistiche italiane sia per arrivi che per presenze. Il confronto sui dati del 2016, l’unico possibile perché non tutte le Regioni dispongono ancora di quelli dello scorso anno, attestano che il Veneto totalizza il 15,3% di arrivi e il 16,2% di presenze di turisti dell’intera penisola».