Tomat: “bisogna ridare fiato all’economia veneta”
Laroni: “Confindustria dica cosa vuole fare una volta per tutte”
Attorno alla destinazione e alla gestione dei fondi comunitari, in seno alla regione del Veneto è bagarre al calor bianco, tanto che sul braccio di ferro innescato dalla Commissione per i rapporti comunitari presieduta da Nereo Laroni (PdL) con la Giunta regionale circa la destinazione di una parte dei fondi europei al “Patto per lo sviluppo” (291 milioni di euro su 403 originano dall’Europa), il presidente di Confindustria Veneto Andrea Tomat ricorda che “abbiamo firmato il Patto perché pensiamo che sia l’unica via per ridare fiato all’economia regionale. Ora, l’importante è che non si perda di vista l’obiettivo che ci siamo posti. Importante è che tute le forze politiche facciano uno sforzo nella destinazione dei fondi stanziati dall’Europa per rafforzare il patto”.
Sulla bagarre interviene anche Unioncamere del Veneto che, per il tramite del direttore Gian Angelo Bellati, invita Giunta e Consiglio regionale ad accordarsi, sottolienando come “la Regione stia lavorando bene, ma gli attriti politici sono negativi per la produttività”. Polemiche che non preoccupano più di tanto l’assessore regionale al bilancio, Roberto Ciambetti (LN) che assicura “il Veneto non corre alcun rischio di perdere i fondi assegnati. Sono sorpreso dalle valutazioni emerse in sede di commissione sullo stato di attuazione dei programmi cofinanziati dall’Unione Europea”. Ciambetti sottolinea come i dati presentati in Commissione non sono aggiornati e quindi sono sbagliati, in quanto i fondi europei prenotati ed utilizzati si raggiunge l’84% del totale.
Sul fatto dei dati non corretti ribatte il presidente della Commissione rapporti comunitari e affari internazionali Nereo Laroni: “i dati sui quali abbiamo lavorato ci sono stati messi a disposizione dalla Giunta e risalgono al 2 maggio 2012. Allo stato attuale, e lo ribadisco con forza, la Regione del Veneto – come obiettivo globale della programmazione definita dal Programma operativo regionale (POR)-parte FESR (2007-2013) – ha impegnato 217.855.000 euro su una spesa ammissibile di 452.688.000, meno del 50%. Se qualcosa è stato fatto in queste ultime due settimane nessuno ce lo ha comunicato. Quanto a eventuali cifre “prenotate”, nella prassi non esistono. Per riservare finanziamenti servono atti formali, in Italia come in Europa”.
“Alcune affermazioni mi stupiscono”, si sfoga Laroni, riferendosi in particolar modo alle dichiarazioni del presidente di Confindustria Veneto, Andrea Tomat, secondo cui non servono riprogrammazioni: “e pensare che una richiesta formale in tal senso è arrivata recentemente dal vicedirettore di Confindustria, Italo Candon, che non solo aveva chiesto di delineare una strategia condivisa, ma anche di fare come altre Regioni che avevano già intrapreso un programma di revisione dei fondi. Insomma”, prosegue Laroni, “Tomat deve dirci qual è la linea della sua associazione. Vuole o no destinare più risorse alle attività produttive del Veneto? Attendiamo una risposta”.
Il presidente della Commissione rapporti comunitari e affari internazionali ha anche ricordato come l’orientamento emerso martedì a palazzo Ferro-Fini sulla necessità di trattare con forza la tematica dei fondi comunitari per ridare slancio all’economia veneta sia stato condiviso da tutte le forze politiche: “qui non ci troviamo di fronte alla battaglia di un singolo partito, ma a un’esigenza trasversale che non ha nulla a che fare con i rapporti di forza tra Consiglio e Giunta e a una ipotetica competizione. Si tratta di una preoccupazione viva tra i consiglieri perché proprio sui fondi comunitari possiamo contare per la tanto agognata crescita. Anzi, penso sia doveroso che dei consiglieri regionali si preoccupino se a un anno esatto dalla scadenza dei bandi solo metà delle risorse è stata impegnata”.
Per Laroni “l’importante ora è porsi un’altra domanda: cosa ha intenzione di fare la giunta? Come vuole impegnare i fondi restanti? E’ diritto di tutti saperlo”. A supporto di Laroni, il capogruppo del PdL, Dario Bond, che ha ricordato come la partita dei fondi Ue sia fondamentale: “dobbiamo capire se dobbiamo impiegare la maggior parte dei fondi in attività produttive e occupazione o se c’è ancora spazio per le piste ciclabili e i progetti di valorizzazione. Riformulare la programmazione serve proprio a questo. Come Consiglio regionale siamo aperti al confronto con le categorie per tornare a parlare di crescita”.