Appuntamento sabato 19 maggio, ore 21.00
Il secondo appuntamento della rassegna veneziana “Musica ai Frari”, giunta quest’anno alla quinta edizione e che lo scorso 24 aprile ha ospitato il Gurdjieff Folk Instruments Ensemble, avrà come protagonista Richard Galliano (Nizza, 1950), fisarmonicista francese di origine italiana, da tempo ormai consacrata “star” internazionale, è riuscito con caparbietà ad imporre il suo strumento – prima mai molto considerato nel mondo del jazz – alla stregua di tromba e sassofono, rivitalizzando quindi con il suo «New Musette», disco–manifesto del 1993, una tradizione musicale tipicamente francese, che si pensava rimanesse confinata nel folklore locale. Galliano ha inciso decine di dischi come leader, ed ha collaborato con alcuni dei più importanti jazzisti dei nostri tempi, da Charlie Haden a Michel Portal, da Enrico Rava a Ron Carter, da Gary Burton a Dave Douglas, solo per fare qualche nome.
La sua più grande dote, forse ancor più del suo straordinario virtuosismo strumentale, è l’originalità. Nella sua musica si mescolano infatti con efficacia swing, tango, valzer, musette, ma anche il jazz più moderno di Jarrett e Coltrane ed il tutto è accompagnato da un gusto cromatico che rimanda alla migliore tradizione musicale francese, soprattutto all’impressionismo di Ravel e Debussy. Galliano – che se la cava egregiamente anche con il bandoneon – ha omaggiato più volte nella sua carriera Astor Piazzolla, con cui ha anche studiato, ed alcuni celebri tanghi del compositore argentino sono ormai entrati a far parte del suo variegato repertorio.
Forte di una fama e di un carisma che gli consentono di non cedere a compromessi, il fisarmonicista francese continua ancor oggi ad esplorare il suggestivo terreno delle contaminazioni fra il jazz e le molte musiche del mondo (molto bello un disco di qualche anno fa dedicato al Brasile), senza però mai abbandonare quel lirismo che costituisce ormai un tratto saliente della sua personalità artistica. Ha registrato di recente per la prestigiosa etichetta Deutsche Grammophon, pubblicando prima un solo dedicato a Johann Sebastian Bach, poi, in quintetto, un tributo a Nino Rota. Ha anche spesso omaggiato, in esibizioni solitarie dal vivo, il compositore francese Erik Satie.