L’assessore Dem Ferrari critica il presidente della Giunta: «Il no di Rossi è bigotto e retrogrado». Borga: «bene Rossi, iniziativa inaccettabile». Savoi: «non confondere la m… con la cioccolata».
La decisione del presidente della provincia di Trento Ugo Rossi di negare il patrocinio pubblico a quello che è stato pomposamente definito “Dolomiti Pride”, ovvero la sfilata gay e allegra combriccola dei multigeneri vari per le vie di Trento prevista per il prossimo giugno ha scatenato il putiferio delle formazioni politiche alfieri del politicamente corretto.
Se Rossi ha argomentato la sua decisione con la necessità di non coinvolgere un’istituzione che rappresenta tutti i cittadini, visto che l’argomento è tra quelli che più divide l’opinione pubblica, la corazzata della sinistra ha gridato subito all’omofobia, allo scandalo, alla discriminazione e via di questo passo. L’assessore alla ricerca della provincia, la Dem Sara Ferrari, ha parlato di «scelta sbagliata, significa dire che il trentino è un territorio bigotto, chiuso alla modernità, spaventato e rinchiuso su se stesso».
Sul fronte comunale che ha patrocinato la manifestazione promuovendola, l’assessore alla cultura di Trento, il Dem Andrea Robol ha sottolineato il valore culturale di un tale evento, sostenendo che «rispettare i diritti civili non è una predita di tempo, ma cementa la comunità». Dal capogruppo Dem in Consiglio provinciale, Alessio Manica, si sottolinea invece che non concedere il patrocinioè un errore e rubricare tale manifestazione a folkolre èbanale e poco rispettoso nei confronti di una parte della nostra comunità». Dalle formazioni di estrema sinistra e dall’arcipelago omo e lesbo, invece giungono appelli alle dimissioni di Rossi.
Nella sua decisione, il presidente della Provincia non è solo: l’autonomista trentino ha ricevuto l’appoggio sostanziale anche dal suo collega Arno Kompatscher, che nelle vesti di presidente della Regione Trentino Alto Adige ha pure lui negato il patrocinio alla manifestazione di Trento. A deciso sostegno dell’operato di Rossi, gran parte delle formazioni di centro destra giudicano positiva la virata conservatrice che il presidnete della Provincia sta imponendo alla sua azione di governo, forse scottato dalla pesante scoppola elettorale incassata alle elezioni politiche del 4 marzo scorso e in prospettiva per quelle regionali del prossimo ottobre, che vede la sua posizione di leader della maggioranza di centro sinistra autonomista sempre più traballante e messa in discussione a partire dai suoi allegati di governo.
Per Rodolfo Borga, esponente della Civica Trentina. «chi concede il proprio patrocinio a questa iniziativa sostiene la distribuzione di preservativi e oli lubrificanti nelle scuole. Faccio riferimento a quanto contenuto nel documento di presentazione dell’evento. Un’iniziativa come questa è inaccettabile e chi è favorevole non sostiene la tutela di una minoranza ma quella intenzione, che noi non condividiamo».
Più duro e netto Alessandro Savoi, presidente della Lega trentina fresca di trionfo elettorale alle scorso politiche: «Trento e il Trentino non si meritano queste pagliacciate e i valori della nostra terra sono altri ». Riguardo al fatto che lo stesso capoluogo si stia preparando ad ospitare l’Adunata degli Alpini dove scorrono fiumi di vino, Savoi scatta ricordandosi di essere pure lui un alpino: « paragoni come questi sono inaccettabili: non confondiamo la m …. con la cioccolata».