Dedicato uno spazio permanente a uno dei più celebri e amati artisti italiani del ’900 nato nel capoluogo lagarino.
La ricca proposta culturale della città di Rovereto si amplia ulteriormente con l’inaugurazione di un nuovo spazio espositivo permanente che ha come protagonista il grande artista Fausto Melotti, nato proprio a Rovereto nel 1901.
Una selezione di opere, proveniente dalle Collezioni del Mart, s’inserisce con armonia nelle sale auliche del settecentesco Palazzo Alberti Poja limitrofo all’edificio che ospita il museo d’arte moderna, in un allestimento che esalta i contrasti e il dialogo tra stili ed epoche differenti. In mostra disegni, sculture, ceramiche, installazioni polimateriche realizzati nell’arco di cinquant’anni, tra il 1930 e il 1980.
Tra le opere più note esposte, “I testimoni velati” del 1977, un’installazione che nonostante le dimensioni monumentali conserva la caratteristica levità della scultura melottiana, la “Scultura G (Nove cerchi)” che, realizzata tra il 1967 e il 1968, sembra vincere la forza di gravità, “Il sole dell’Apocalisse”, del 1976, che assume la forma di un piccolo racconto, “Contrappunto domestico”, del 1973, che dichiara la passione dell’artista per la musica.
“Spazio Fausto Melotti” è un progetto della Fondazione Museo Civico di Rovereto, che gestisce Palazzo Alberti Poja, in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, da cui provengono le opere.
«L’apertura del nuovo spazio permanente dedicato a Fausto Melotti è il segnale tangibile del ripensamento delle funzioni del Mart intrapreso negli ultimi anni – dichiara Gianfranco Maraniello, direttore del Mart -. Un passo dopo l’altro concretizziamo il progetto originario del polo culturale roveretano, così come ideato dai suoi fondatori. Attraverso azioni lungimiranti e sinergiche, tenendo conto dei rispettivi elementi di forza, oggi incrociamo il nostro destino con quello delle altre istituzioni che possono ridisegnare la mappa culturale del territorio».
«Questa iniziativa inaugura una stagione di collaborazioni inedite con il Mart, che segnano anche un’apertura della nostra istituzione a soggetti culturali e scientifici del territorio in un’ottica di costruzione di una rete di nuove e significative alleanze» ribadisce Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico.
Per il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, questo «è un omaggio a un grande roveretano al quale viene dedicato uno spazio che promuove la sua arte proprio nel territorio che l’ha generata. È anche l’ulteriore arricchimento di un sistema museale che si sta sempre più consolidando sull’asse che dal Mart, attraverso lo Spazio Melotti, prosegue con Casa Depero, Palazzo Sichardt e il Museo della Guerra e in prospettiva includerà altri due luoghi significativi per la nostra storia e il patrimonio comunale: Palazzo Grillo e la ex-Filanda Bettini».
Oltre allo Spazio Fausto Melotti, con quattro sale allestite al primo piano, il percorso espositivo del Museo prevede la nuova Sala dedicata a Carlo Belli (Rovereto, 6 dicembre 1903 – Roma, 16 marzo 1991), teorico dell’astrattismo italiano, critico d’arte, giornalista, scrittore, musicologo e artista, alla cui memoria è intitolata anche la Sala Conferenze. In esposizione nella piccola ma significativa sala vi sono documenti, fotografie e libri, provenienti dall’Archivio del ’900 del Mart e dalla Fondazione Sergio Poggianella, e suoi dipinti della Fondazione Museo Civico di Rovereto, che conserva la collezione d’arte comunale.