Dalle Alpi agli Appennini: Confindustria scende in campo a favore della montagna

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Presentata a Cortina d’Ampezzo, alla presenza del presidente Vincenzo Boccia, la nuova rete di territoriali e federazioni interna al sistema associativo impegnate a favore delle “Terre alte” dove si produce il 16,3% della ricchezza italiana.

Confindustria scende in campo a favore della montagna italiana, dalle Alpi agli Appennini, e lo fa creando una rete interna al sistema associativo composta dalle territoriali e dalle federazioni regionali interessate a promuovere lo sviluppo delle terre alte, attraverso progetti, provvedimenti e politiche pubbliche coerenti e finalizzate a sostenere la crescita economica e sociale di queste aree connotate da una riconosciuta e oggettiva specificità.

L’iniziativa “Confindustria per la Montagna” è stata presentata all’Hotel Cristallo di Cortina d’Ampezzo, alla presenza del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, del suo vice Stefan Pan e dei rappresentanti di molte associazioni provinciali e regionali coinvolte: da Aosta a Udine, passando per Torino, Cuneo, Varese, Como, Bergamo, Lecco Sondrio, Verbanio Cusio Ossola, Trento, Bolzano, Vicenza, Piacenza e, ovviamente, Belluno. A queste si aggiungono le federazioni regionali del Veneto e della Lombardia. Altre associazioni, anche se non presenti, hanno già dato adesione formale al progetto “Confindustria per la Montagna”, come Canevese, Pordenone, Verona, Biella, il Piemonte, l’Emilia Romagna e la Toscana.

«Si tratta una rete informale, aperta, inclusiva e a geometria variabile di territoriali e di federazioni – afferma Enrico Zobele, presidente di Confindustria Trento – che, insieme, vogliono attivarsi per la crescita dei territorio montani che, proprio in virtù delle loro specificità, possono essere laboratori dove sperimentare nuovi modelli di sviluppo, incardinati sulle tipicità delle produzioni locali, sul mantenimento della biodiversità, sull’innovazione tecnologica, sul turismo, sulla manutenzione del territorio e del sistema idrogeologico, insomma sulla valorizzazione di quei fattori che ne determinano la diversità e, potenzialmente, anche il successo: l’ambiente, il clima, la coesione sociale, la bellezza dei luoghi e il saper fare».

«E’ però fondamentale un cambiamento di prospettiva – afferma Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine -: della montagna occorre occuparsi non per assisterla, ma per far sì che il suo valore, le sue risorse, i suoi tanti talenti siano valorizzati e messi in circuito, a beneficio della montagna stessa e del Paese nel suo complesso. In tal senso, Confindustria farà sentire la sua voce forte e autorevole attraverso questa nuova rete».

«La partecipazione ai processi di crescita economica e di sviluppo sociale del paese – sostiene Marco Baldi del Censis – non può essere “negata” dalla quota insediativa. Soprattutto un in Paese come il nostro che ha veramente “tanta montagna” e che sarebbe dunque davvero impossibile aiutare attraverso scelte di mera assistenza. Dobbiamo imparare dalla montagna che ce l’ha fatta, che ha vinto la sfida del limite fisico e che è tutt’ora un aggregato molto consistente. Basti pensare che in montagna si produce il 16,3% della ricchezza del Paese e che la stessa attitudine imprenditoriale risulta superiore a quella media nazionale (86,7 imprese ogni 1.000 abitanti contro 84,7). Inoltre, contrariamente a quello che si pensa, in montagna si fa anche industria: non è un caso che il 18,7% dei comuni totalmente montani risulti oggi inserito nel perimetro di un distretto industriale».

«Il turismo delle destinazioni montane incide fortemente sull’intera bilancia nazionale – dice il presidente di Federturismo Confindustria Gianfranco Battisti – si calcola che solo la “montagna bianca” rappresenti il 10,9% del complessivo sistema del turismo italiano grazie anche allo straordinario valore delle imprese che gestiscono gli impianti a fune, al quale si aggiunge un’ulteriore quota del 6,8% che si riferisce alla montagna estiva. E’ quindi con grande piacere che accolgo la costituzione del network “Confindustria per la montagna” che contribuirà, attraverso la  promozione di progetti innovativi  e sostenibili, l’adozione di strategie coordinate e la sensibilizzazione delle amministrazioni pubbliche locali e centrali, a valorizzare le specificità delle aree montane per far riconoscere al turismo di montagna quel ruolo chiave nel rilancio economico del Paese che gli compete».

«ANEF – afferma Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione italiana degli impianti a fune – è da sempre impegnata nel promuovere la cultura della montagna quale luogo di vita, di lavoro e di svago e nel proporre politiche evolute, capaci di supportare le iniziative economiche, nel pieno rispetto del patrimonio naturale che tutto il mondo ci invidia. Le montagne coprono oltre il 35 % della superficie totale dell’Italia ed il turismo in queste aree rappresenta il principale fattore di sviluppo sia sotto il profilo economico che sociale, soprattutto per la capacità degli operatori di attrarre ogni anno decine di milioni di visitatori stranieri, che arricchiscono il bilancio commerciale italiano a vantaggio di tutto il contesto nazionale. Esprimiamo quindi grande soddisfazione per la scelta di Confindustria Belluno e più in generale di tutto il Sistema Confindustria, di focalizzare l’attenzione sul valore delle imprese che operano in montagna e sulle difficoltà che le stesse devono affrontare quotidianamente per competere sui mercati internazionali. Ci auguriamo che questo possa rappresentare il primo passo di un percorso che nel tempo porti agli imprenditori di montagna la stessa attenzione e la stessa dignità dei loro colleghi che operano nei principali distretti industriali».

«Le montagne – commenta Anna Giorgi, direttrice dell’Università della Montagna di Edolo – devono essere messe nelle condizioni di esprimere il potenziale delle loro risorse, che sono uniche e specifiche, e quindi è necessario mettere a punto metodi e strumenti innovativi funzionali al riscatto di questi territori, non più derogabile e vantaggioso per l’intera società. Specificità e innovazione, l’una da riconoscere, nelle norme, e l’altra da generare attraverso un confronto e un dialogo forte e stabile  tra il mondo dell’università e della ricerca, quello dell’impresa e quello delle istituzioni e dei policy makers, secondo il modello della tripla elica per l’innovazione. In quest’ottica, l’iniziativa di Confindustria è di grande importanza, poiché mira a costituire il network del mondo imprenditoriale italiano che può dialogare con il network dell’università e della ricerca per lo sviluppo delle aree montane del Paese che l’Università della Montagna da tempo sta costruendo e che, nell’ambito del progetto Italian Mountain lab, su mandato del MIUR, sta implementando a livello nazionale e internazionale».

«Nei paesi avanzati oggi il benessere si consegue con una crescita inclusiva, che sappia orientare il progresso tecnologico alla valorizzazione dell’ambiente e di territori finora svantaggiati. La montagna può diventare il cuore di una nuova politica economica. Nei paesi avanzati – dichiara l’economista Emanuele Felice, dell’Università di Pescara – il benessere si consegue con una crescita inclusiva, che sappia orientare il progresso tecnologico alla valorizzazione dell’ambiente e di territori prima considerati marginali. La montagna può diventare il cuore di una nuova politica economica».