A Padova riflessione sulla logistica a “Green Logistic Expo”

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D’Agostino: «l’integrazione con retro-porti  è fondamentale». Ottolenghi: «grandi opportunità dalla “Via della Seta”. Mazzonici: «pronti 10 miliardi per migliorare la rete ferroviaria»

Aperto a Padova “Green Logistic Expo”, primo salone internazionale della logistica sostenibile, con un convegno dedicato alle nuove frontiere Green della Intermodalità per affrontare le questioni di un sistema logistico sostenibile a favore delle politiche industriali di filiera e del sistema produttivo cui hanno partecipato Zeno D’Agostino, presidente Assoporti, Guido ottolenghi, presidente del Gruppo tecnico di Confindustria per la logistica, i trasporti e l’economia del mare e Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane.

«Questo Paese di infrastrutture ne ha a sufficienza e abbiamo già anche un quadro normativo idoneo – ha detto D’Agostino -. In base alla creazione delle nuove Autorità di sistema portuale, con la riforma dell’agosto 2016, il dibattito si è concentrato molto sulla parte di integrazione tra porti, anche per le ripercussione nelle relazioni tra Province o Regioni. Ma dal punto di vista commerciale e logistico la cosa più interessante è l’integrazione tra porti e retro-porti, diventati una parte dei porti. Le infrastrutture modali e di rete ci sono, ora abbiamo tutti gli elementi e gli strumenti per lavorare bene».

Per D’Agostino «negli ultimi 2-3 anni Rfi ha fatto una progettazione importante di investimenti per i porti perché hanno fatto una selezione. Hanno individuato i porti strategici e su questi hanno concentrato i finanziamenti di opere che sul Porto di Trieste stiamo vedendo per un totale di 113 milioni, di cui 83 arrivano da Rfi. Negli ultimi 2-3 anni c’è una capacità di pianificazione vera».

Lo sviluppo di una logistica sostenibile è tra i punti di forza dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale di cui D’Agostino è presidente, che si fonda sul suo sistema di trasporto ferroviario, motore di sviluppo dello scalo, che lo rende il primo porto ferroviario in Italia, l’unico con collegamenti diretti su scala internazionale. Non è un caso, dunque, che il Porto di Trieste sia stato tra i primi sostenitori della Fiera e sia presente con un suo stand insieme al Porto di Monfalcone. E’ uno dei 250 espositori del settore presenti in Fiera. Il Salone affianca all’area espositiva 50 convegni, incontri, studi e analisi tecniche e strategiche, seminari e workshop realizzati in collaborazione con il mondo della produzione, della governance e della ricerca per riflettere sui temi di intermodalità ed e-commerce, digitalizzazione, Information technology e delle nuove tecnologie di produzione energetica.

Nel convegno di apertura Ottolenghi ha sottolineato la «grande opportunità» che la Via della Seta e il raddoppio di Suez rappresentano per rendere il «Sud dell’Europa un polo logistico fondamentale. Come Confindustria stiamo lavorando sulla concentrazione dei traffici, dobbiamo forzatamente fare delle scelte di un numero mirato di poli in cui devono passare i traffici».

«La funzionalità dell’ecosistema del trasporto ferroviario merci è il punto. O funziona tutto insieme o non è sostenibile – ha chiuso i lavori del convegno Mazzoncini -. Oggi l’ecosistema alta velocità funziona. Lo stesso dobbiamo fare sul trasporto passeggeri regionali e sul trasporto merci. Quest’ultimo è stato posto al centro del piano industriale avviato nel 2016. Abbiamo previsto oltre 10 miliardi per rendere fruibili i corridoi principali oltre che per l’impresa ferroviaria».