Sanità Veneto, con gli acquisti centralizzati risparmiati 180 milioni di euro

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Zaia: «abbiamo recuperato un anno di tagli nazionali». Coletto: «si deve razionalizzare la spesa sanitaria anche a livello nazionale» 

spesa sanitaria euro soldi medicine AdobeStockNel biennio 2016-2017, la Regione del Veneto ha aggiudicato gare d’appalto in sanità con il sistema degli acquisti centralizzati per un totale di circa 4,3 miliardi di euro con un risparmio pari a circa 180 milioni di euro rispetto al precedente sistema di acquisti “spacchettato” in più gare locali. 

La cifra è contenuta nella delibera, approvata dalla Giunta regionale, con la quale si fa il punto sull’andamento della strategia di acquisti centralizzati realizzata nel settore sanitario per raggiungere il miglior rapporto qualità-prezzo, oltre ad approvare il programma di gare centralizzate per gli anni 2018 e 2019, che sarà realizzato dalla nuova struttura amministrativa dell’Azienda Zero, nata con l’ultima riforma della sanità veneta.

«180 milioni risparmiati sugli acquisti senza cedere di un millimetro sulla qualità – dice il governatore Luca Zaia – è un risultato strepitoso che, tanto per capirne la dimensione,  equivale ad aver tenuto botta a un anno di tagli del Fondo sanitario piovuti da Roma. Non è un miracolo, è una scelta coraggiosa partita da lontano che, se fosse attuata in tutto il Paese in abbinata alla rigorosa applicazione dei costi standard come si fa in Veneto, potrebbe sanare tanti profondi rossi che alla fine danno al Governo nazionale il destro per tagliare indiscriminatamente anche dove, come dimostra questa partita giocata dal Veneto, non ci sarebbe alcun motivo di farlo. C’è ancora molto lavoro da fare e nel prossimo biennio – aggiunge il Governatore – si proseguirà su questa strada, ben sapendo che il mercato si sta adeguando alla nuova situazione imposta dagli acquisti centralizzati».

Tra alcune delle gare più significative aggiudicate nel 2016-2017, o in corso di aggiudicazione, la parte del leone la fanno i farmaci, per i quali sono stati spesi oltre 3 miliardi; l’acquisto dei vaccini offerti alla popolazione ha impegnato risorse per 99 milioni, più 25.930.000 per l’antinfluenzale; 69 milioni sono il costo per le protesi d’anca e 43 milioni per quelle di ginocchio; 74 milioni per i defibrillatori e 52 milioni per i pacemakers; 13.127.000 euro sono stati investiti per l’acquisto di ecografi; 25.157.000 euro per le protesi vascolari ed endovascolari e 79 milioni per le valvole cardiache; 41 milioni per Tac e Risonanze magnetiche; ma tra le varie voci si trovano anche 8.205.000 euro per suturatrici e clips, 13.087.000 euro per materiali dedicati alla chirurgia minivasiva, 22 milioni per sistemi antidecubito.

Nel biennio 2018-2019 andranno a scadenza, e dovranno essere rinnovate, gare per 874 milioni derivanti dal biennio precedente, mentre verranno attivate 46 nuove procedure, per un importo ingente. Serviranno per acquistare, tra gli altri, svariati sistemi diagnostici; farmaci, molti dei quali di nuova generazione; sistemi diagnostici per il papilloma virus; sistemi, sacche e materiali vari per i centri trasfusionali; materiali per raccolta e conservazione di cellule staminali e cute; autoambulanze; radiofarmaci; farmaci chemioterapici; dispositivi per radiologia interventistica, robot Da Vinci, laser chirurgici.

«Questa è una delle migliori carte che ci stiamo giocando e che ci permettono di essere l’unica Regione d’Italia a non aver imposto ai cittadini un’addizionale regionale Irpef sulla sanità. Una programmazione dalla quale mi auguro traspaia con chiarezza l’entità dello sforzo economico che sostiene il funzionamento dell’intera macchina sanitaria e la sua vastità» dice l’assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Luca Coletto, secondo cui la razionalizzazione della spesa sanitaria si «riusciti a spingere il mercato ad adeguarsi e a offrire prezzi sempre più convenienti per le casse pubbliche. Un risultato impensabile fino a pochi anni fa, perché questa volta le regole del mercato le ha fatte il pubblico senza subirle, costituendo una situazione virtuosa che non potrà modificarsi in futuro».