Concorrenza sleale nell’autotrasporto, continuano i fenomeni di delocalizzazione e tariffe stracciate

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Bizzotto: “il flagello sugli operatori onesti non si placa. Indispensabile intervento dell’Unione Europea per far cessare le pratiche discorsive”

Nel primo trimestre del 2012, il numero delle aziende costrette a chiudere si è triplicato rispetto allo stesso periodo del 2011. La concorrenza sleale delle aziende straniere che offrono trasporti a prezzi stracciati, per la gioia di una buona fetta d’imprenditori italiani, continua a mietere vittime tra le imprese dell’autotrasporto italiano. Per l’eurodeputato Mara Bizzotto (LN), membro della Commissione Trasporti al Parlamento Europeo, “è ora di fare chiarezza, perché questo fenomeno presenta non pochi lati oscuri su una questione che da tempo affligge il trasporto merci italiano e che, in tempo di crisi e caro gasolio, lo sta mettendo definitivamente ko”.

Secondo Bizzotto, che sul tema ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea, “le cifre parlano chiaro. Secondo una recentissima indagine di Unioncamere, nel primo trimestre dell’anno il numero delle aziende costrette a chiudere i battenti è triplicato rispetto allo stesso periodo del 2011. E a soffrirne sono soprattutto le piccole e medie imprese”. Sempre i dati Unioncamere confermano che, nel trimestre considerato, a fronte della nascita di 253 nuove società di capitale operanti nel settore trasporti (+0,77%), hanno cessato l’attività 115 società di persone (-0,47%) e ben 972 imprese individuali (-0,91%).

“La situazione è insostenibile e la crisi è solo la ciliegina sulla torta – dichiara l’on. Bizzotto – Alcuni imprenditori italiani, per assicurarsi lauti margini di guadagno, utilizzano sempre più spesso vettori stranieri, pagati un decimo rispetto ai salari in vigore nel nostro Paese. Come? Delocalizzando la sede dell’azienda all’estero, in Paesi (come quelli dell’Est Europa) dove ci sono ben altri costi di lavoro, di gran lunga inferiori a quelli in vigore in Italia. Stratagemma che permette loro di offrire servizi di trasporto sottocosto a danno dei camionisti onesti del nostro Paese”.

Proprio di recente la Fiap (Federazione italiana autotrasportatori professionali), ha denunciato la presenza diffusa di trasportatori che lavorano per soli 0,81 euro a Km, quando le tariffe di legge fissano il limite minimo a 1,25 euro a Km, con margini già strettissimi per gli autotrasportatori specie ora con i costi del gasolio alle stelle. “Il sospetto è che qualcuno, pur di accaparrarsi le commesse, sia disposto a lavorare fuori dal rispetto delle regole del Codice della strada e dai tempi di riposo, limando così al ribasso le tariffe ed assicurandosi i clienti – conclude Mara Bizzotto -. La sicurezza ha un costo, che significa limiti di velocità, tempi di guida, rispetto dei tempi di riposo e rispetto del peso massimo trasportato. Evidentemente c’è chi pur di guadagnare è pronto a rischiare sulle strade la vita propria e quella altrui: contro questi furbetti ci vuole fermezza e tolleranza zero”.