Giovane talentuoso emergente della scuola italiana, propone un programma spaziante da Schumann, Brahms a Beethoven
Con lunedì 15 gennaio decolla la Stagione dei concerti 2018 della Società Filarmonica di Trento con un primo cambiamento: quello dell’orario dei concerti, quest’anno anticipato di 15 minuti alle ore 20.30. Ad inaugurare la Stagione il giovane pianista Filippo Gorini è l’ultimo tra i talenti emergenti sulla scena musicale internazionale.
Si pensi che, dopo la vittoria nel 2015 al concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn, il mitico Alfred Brendel si offerse di insegnare al giovane Gorini (classe 1995) che ora lavora regolarmente con il Maestro austriaco nato nel 1931! Mosca, Londra, Berlino, Lipsia, Parigi lo hanno già salutato e ammirato, cogliendo l’immaginazione vivida delle sue interpretazioni, ma Filippo Gorini continua i propri studi con Brendel, ma pure con la sua prima insegnante al Liceo musicale di Bergamo, Maria Grazia Bellocchio, e pure con Pavel Gililov al “Mozarteum” di Salisburgo. Preziose, in questo suo percorso di formazione, sono le borse di studio meritate e offerte, ad esempio, dalla International Music Academy del Lichtenstein. Il pubblico di Trento potrà ammirarne le rare qualità artistiche ascoltando uno delle sue pagine più amate, la celebre Hammerklavier di Beethoven.
Nel segno del pieno romanticismo il programma proposto nella serata. Clara Wieck Schumann (1819-1896), pianista di fama internazionale e compositrice, fu una delle figure più importanti della vita musicale ottocentesca. A lei sono legate numerose pagine pianistiche, tra cui quelle del marito Robert, che le dedicò anche la sua ultima opera, le “Geistervariationen” (“Variazioni degli spiriti”). La donna ne ricorda così la genesi: «nella notte del 17 febbraio [1854] Robert continuava a svegliarsi per annotare un tema cantato dagli spiriti di Schubert e Mendelssohn, e sul quale ha scritto per me delle toccanti variazioni». La melodia non era altro che il frutto di una delle frequenti allucinazioni musicali che affliggevano la mente del compositore e che lo portarono in quel periodo a un tentato suicidio nelle acque del Reno.
Mentre era ricoverato nella clinica di Endenich (dove si spegnerà nel luglio 1856), Clara Schumann, con sette figli a carico, continuò ad esibirsi in concerto in varie capitali europee. A Vienna nel gennaio 1856 eseguì anche la Sonata op. 106 “Hammerklavier” (1819) di Beethoven, con enorme successo: il pubblico la chiamò quindici volte sul palco, impressionato dal suo virtuosismo e al contempo commosso dalla tragicità della sua interpretazione e della sua vicenda personale. Franz Liszt, in platea in quell’occasione, la definì un’“amabile, sofferente sacerdotessa” del pianoforte.
Clara Schumann fu centrale anche nell’opera e nella vita di Johannes Brahms, che sottopose al suo giudizio anche le opere della maturità, come le Fantasie op. 116 (1892). La pianista inviò in una lettera al compositore elogi e alcune annotazioni, mentre al suo diario confidò: «grazie a questi brani ho sentito ancora una volta la mia anima attraversata dalla vita della musica. Posso suonare ancora con sincero abbandono e ho ripreso la musica pianistica di Robert con più entusiasmo. Per quanto riguarda la tecnica, i pezzi di Brahms non sono difficili […] ma dal punto di vista intellettuale richiedono una comprensione profonda».
Programma
R. Schumann (1810-1856)
Tema e Variazioni in Mi bem. magg. WoO 24 “Geistervariationen”
J. Brahms (1833-1897)
7 Fantasie op. 116 (Capriccio – Intermezzo – Capriccio – Intermezzo – Intermezzo – Intermezzo – Capriccio)
L. van Beethoven (1770-1827)
Sonata n. 29 in Si bem. magg. op. 106 “Hammerklavier” (Allegro – Scherzo. Assai vivace – Adagio sostenuto. Appassionato e con molto sentimento – Largo. Allegro risoluto)