Porto Trieste, serve patto territoriale con imprese del Friuli Venezia Giulia

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Il punto franco spostato in area industriale ceduta da Wartsilia 

wartsila fernetti triesteUn patto territoriale tra le imprese del Friuli Venezia Giulia, in particolare quelle del comparto delle costruzioni, e la realtà portuale per uno sviluppo economico a 360 gradi. Se ne è parlato nel corso di un incontro nel palazzo della Regione fra la presidente uscente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Mariagrazia Santoro, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino, il presidente e il direttore dell’associazione costruttori Ance Fvg, rispettivamente Andrea Comar e Fabio Millevoi, e Donato Riccesi presidente Ance Pordenone-Trieste.

L’auspicio è creare una sinergia con le imprese per favorire lo sviluppo del porto complessivo. «L’obiettivo è lavorare per costruire un tavolo che porti sinergie utili per i progetti futuri – come ha rilevato Serracchiani – in una logica che indirizzi il porto a superare i suoi confini per sviluppare l’economia a 360 gradi». «Il sistema portuale che vogliamo attuare – ha aggiunto D’Agostino – deve coinvolgere più settori anche in un’ottica di diversificazione: non solo logistica e trasporti, ovvero i settori specifici, come stiamo facendo, con innovazione e ricerca ma anche con le imprese delle costruzioni». 

La realtà portuale coinvolge il territorio in un progetto di integrazione globale che vede una stretta relazione fra porto, interporti, punti franchi e la zona industriale dando vita a un sistema integrato dal punto di vista logistico. Il che significa, secondo D’Agostino, «servizi oltre che attività di manutenzione, costruzione o bonifiche». I rappresentanti di Ance Fvg hanno detto di essere favorevoli all’avvio di un tavolo per approfondire le tematiche e valutare le opportunità legate al tema della portualità. 

Parallelamente, prosegue il lavoro per dare attuazione al nuovo Porto franco internazionale: «stiamo dando per la prima volta compiuta esecuzione al Decreto attuativo del Porto franco internazionale. Lo spostamento del Punto Franco in un’area industriale è esattamente l’interpretazione di quel decreto attuativo» ha sottolineato Serracchiani, in merito all’accordo con cui Wartsila Italia ha ceduto all’Interporto di Fernetti un lotto di terreno di circa 26 ettari, con 70.000 metri quadrati di magazzini e 250.000 metri quadrati di piazzali, comprensivo di raccordo ferroviario collegato con la stazione di Aquilinia. 

Si amplia così l’Interporto di Fernetti, che darà vita grazie anche al supporto della Regione, al polo logistico di Bagnoli della Rosandra. Un’operazione che avrà ricadute positive sull’occupazione, con la creazione stimata di oltre 100 posti di lavoro, grazie anche all’interessamento espresso da operatori portuali e investitori stranieri sull’area. 

«L’Autorità portuale diventa un vero sistema integrato in cui – ha affermato Serracchiani – ci sono la logistica e una prima lavorazione industriale. Perché ormai la logistica si sta trasformando e richiede una prima lavorazione all’interno dei porti e dei retroporti: qui a Trieste possiamo farlo meglio e di più che altrove perché abbiamo gli strumenti adatti». Serracchiani ha evidenziato che «tutto questo si può fare consumando suolo e creando infrastrutture, oppure lo si può fare non consumando suolo, utilizzando ciò che già c’era e rilanciandolo e riadattandolo. Ed è esattamente ciò che accadrà allo stabilimento Warstila e alle attività che intorno a questo stabilimento si determineranno». Un altro aspetto qualificante, per Serracchiani, «è la forte collaborazione che le nostre imprese stanno avendo dentro e fuori il porto di Trieste anche con AREA Science Park, perché le azioni di industralizzazione avanzata della logistica nascono da una collaborazione con la ricerca, laddove ci sono soggetti che sanno come si fa innovazione, sviluppo e trasferimento di conoscenze. E dove ovviamente – ha concluso – la pubblica amministrazione si impegna ad accompagnare queste iniziative». 

Ne dettaglio, due capannoni della Wartsila Italia Spa sono stati acquisiti da Interporto Spa di Trieste, con l’obiettivo di attrarre attività logistiche, manifatturiere e industriali nell’area retroportuale, che sarà punto franco. Si tratta di un’operazione da 20 milioni di euro condotta attraverso la finanziaria regionale Friulia che potrebbe portare occupazione per centinaia di persone. 

«Per acquisire questi capannoni – ha detto il Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino – c’è stato un aumento di capitale che ha portato l’Autorità ad avere un ruolo più importante all’interno della società dell’Interporto: prima aveva un 6% e oggi ci avviciniamo al 30%; diventiamo uno dei soggetti fondamentali. Questa è un’operazione che ha una sua valenza nel breve periodo, già nelle prossime settimane metteremo a disposizione del mercato aree dove fare attività logistiche; nel medio, andremo a insediare qui il Porto franco quindi potremmo attrarre nell’arco di un anno attività industriali e manifatturiere, e nel lungo». 

L’obiettivo è aumentare il volume dei traffici e l’occupazione: «parliamo di centinaia di persone. Gli insediamenti – ha spiegato D’Agostino – seguiranno la domanda del mercato: l’Interporto ha una serie di interlocuzioni con clienti, si andranno a privilegiare quelli più importanti. Non ci precludiamo nessuna opportunità e dobbiamo già darci da fare per trovare altre aree, perché la domanda è tanta». 

Il valore complessivo dell’operazione, ha concluso D’Agostino, è di «20 milioni di euro; è stata realizzata attraverso un aumento di capitale e un indebitamento che l’Interporto ha fatto con banche. E’ un operazione sostenibile sia dal punto di vista immobiliare che industriale». Si va così a sviluppare, ha sottolineato il presidente di Interporto Trieste Spa, Giacomo Borruso, «un’area retroportuale come poche in Italia, a così breve distanza dal porto». L’acquisizione è stata perfezionata il 22 dicembre, ha ricordato Borruso, «la progettazione degli interventi la finiremo entro il 28 febbraio, i bandi usciranno entro il 30 aprile e gli interventi dovranno essere realizzati entro il 31 gennaio 2019». 

Wartsila Italia, ha concluso il presidente e amministratore delegato, Guido Barbazza, «ha deciso di cedere i due capannoni nell’ambito di un’operazione di ottimizzazione dello stabilimento che ha concentrato tutte le operazioni nel capannone principale». Cedendo parte del complesso industriale all’Interporto «abbiamo colto la grande opportunità di un’operazione che andasse al di là di un progetto di ottimizzazione industriale ma che portasse anche vantaggi per porto, per città e territorio».