Crescono i lavoratori con contratto a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato, mentre calano i lavoratori autonomi
Il tasso di disoccupazione è calato dello 0,1% all’11% a novembre, ai minimi da settembre del 2012. Un dato senza dubbio positivo anche se limitato nella dimensione, in quanto il calo dei senza lavoro si accompagna a un aumento degli occupati e a una diminuzione degli inattivi e la creazione di posti di lavoro non è limitata all’occupazione temporanea e alle classi di età più anziane.
Il dato conferma che la disoccupazione mantiene un trend in calo, sia pur lento, in coerenza con le indicazioni più confortanti sul mercato del lavoro giunte di recente dalle indagini di fiducia sia delle imprese che delle famiglie.
Dopo essere rimasta stabile a ottobre, l’occupazione è tornata a crescere a novembre (+65.000 unità). Come accaduto in ciascuno degli ultimi 10 mesi, l’aumento è maggiore per i dipendenti a termine che per quelli a tempo indeterminato (+54.000 contro +14.000 unità); in ogni caso, la crescita nel mese dei dipendenti permanenti è la più pronunciata dallo scorso marzo. Poco variati, ma sempre in calo (-3.000 unità) i lavoratori indipendenti a testimonianza della crisi che colpisce ancora gran parte del lavoro autonomo.
Il numero di occupati (23.183.000) è il più alto da quando sono disponibili serie storiche (1977). Il tasso di occupazione (nella fascia di età 15-64 anni) è salito di due decimi al 58,4% (ai massimi da ottobre del 2008) ma rimane più basso di mezzo punto rispetto al picco pre-crisi (toccato a 58,9% nell’aprile del 2008). Per le donne il tasso di occupazione è salito di un decimo a 49,2%, un nuovo record.
Un altro segnale positivo viene dal calo del numero degli inattivi (-61.000 unità). Di conseguenza, il tasso di attività ha toccato un nuovo massimo storico a 65,7%. Peraltro, occorre dire che il calo degli inattivi è concentrato tra i più anziani (-59.000 gli ultracinquantenni), e, in minor misura, tra i più giovani (-14.000 i 15-24enni).
È sceso (per il terzo mese di fila) anche il tasso di disoccupazione giovanile (a 32,7% dal 34% di ottobre). Si tratta di un minimo da gennaio del 2012. Al netto della componente demografica, la crescita annua dell’occupazione è più accentuata per la classe di età tra i 15 e i 34 anni (+3,1% contro +1,7% per la media tra i 15 e i 64 anni); da notare però che tra i più giovani si riscontra un aumento degli inattivi di +1,1%, a fronte di un significativo calo nella classe di età più anziana (-4,7% tra i 50-64enni).