«Trieste sta vivendo un momento incredibile e il 2018 andrà ancora meglio»

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Il sindaco Roberto Dipiazza traccia un bilancio di quanto fatto e di cosa attende la cittadinanza nel prossimo futuro

roberto dipiazza sindaco trieste 1L’avvicinarsi della fine dell’anno, spinge molti amministratori pubblici a fare un bilancio di quanto fatto finora e di cosa aspetta nel prossimo futuro. Con il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, amministratore della città più ad oriente del NordEst, uno sguardo sull’operato della giunta comunale di centro destra e i suoi obiettivi per i mesi a venire.

Dipiazza parte dalle cose fatte: «l’acquisto della fiera per 12 milioni, con un progetto di sviluppo da 65 milioni di euro da parte dell’ austriaco Walter Moser; i progetti di altri austriaci per i cinque magazzini di Maneschi; i 18 milioni appena riscossi da Roma per la riqualificazione di “un buco nero della città”, la Rozzol Melara; l’albergo che la Hilton sta realizzando in piazza Repubblica; i tanti interessi per la marina: Fincantieri, gli americani…». 

Se l’anno scorso il sindaco Dipiazza aveva definito Trieste una «città scoppiettante», stavolta parla di «un momento non frizzante ma incredibile». Ciò grazie a un’inedita armonia istituzionale, il “No se pol” è sparitodal vocabolario di quest’amministrazione. Nel bilancio di fine anno, Dipiazza sorvola sui vari progetti di riqualificazione di piazza Libertà, di Roiano, che ormai gli sembrano «manutenzione ordinaria» rispetto, ad esempio, «alle valigie piene» con le quali dalla Cina sono tornati Serracchiani e D’Agostino per progetti riguardanti la “Via della Seta”. Con loro arriveranno i giornalisti cinesi: numerose sono le interviste che Dipiazza ha già fissato per l’inizio del 2018. 

«In Italia forse solo Milano ha un momento così scoppiettante come Trieste, tutti vogliono investire in città». «Momento incredibile» ma non casuale, «frutto anche di una inaspettata armonia istituzionale». Il riferimento è alla presidente della Regione, Debora Serracchiani (e a Zeno D’ Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema portuale) con la quale il rapporto è leale, sincero e costruttivo, sebbene giocato su opposti ambiti politici. 

Piove sul bagnato: «se la Msc dovesse scegliere Trieste come “home port” allora diventiamo una Ferrari extra lusso». E la mobilità? «La Serracchiani ha fatto un bellissimo lavoro realizzando il collegamento dalla ferrovia all’aeroporto, arriveremo a Venezia in meno di un’ora, non saremo più isolati, con un aeroporto efficiente a venti chilometri, treni efficienti che arrivano in città, si parla di 70 treni al giorno che passerebbero davanti all’aeroporto. Attraverserai il ponte, prenderai il primo treno e arriverai a Trieste. Un cambiamento epocale». La terza corsia dell’autostrada completa uno «scenario incredibile». C’è però l’ostacolo elezioni: «sono convinto che il centro destra ora è in vantaggio, ma bisogna “chiudere” sul candidato ovviamente. Se arriva Riccardo Riccardi, è una persona che stimo, uno dei pochi che in Consiglio regionale quando si alzava sapeva di cosa parlava; se dovesse arrivare Fedriga, un ragazzo in gambissima che ha fatto il capogruppo in Parlamento, lui è un altro che sa, per cui comunque cado in piedi». 

Nessuna novità, invece per uno dei suoi cavalli di battaglia, la chiusura della Ferriera: «succederanno delle cose, suggerirei alla Regione di preparare un tavolo sul lavoro perché sono convinto che non andremo avanti molto, parlo dell’area a caldo ovviamente. Arvedi saprà cogliere opportunità logistica che gli propone il porto, è un imprenditore, sulla ghisa ci rimette dei denari. Poi si potrà pensare di potenziare il laminatoio». Però la sua Giunta sembra svoltare sempre più a destra. «Non entro nel merito delle cose, io sono l’amministratore delegato della città. Mi sono preso l’impegno in campagna elettorale di fare tre cose: lavoro, lavoro e lavoro. Per fare questo devo portare aziende e investimenti, mi sembra che sto centrando l’obiettivo. Dopo se devo andare a parlare della via Almirante, dei mendicanti, li lascio agli assessore competenti. Sto volando un po’ alto». E il passaggio di Tuiach a Forza Nuova? «Ho letto la polemica su Tuiach. C’è un rappresentante eletto del popolo che rappresenta una parte politica, uno. Dire che abbiamo dei problemi mi sembra infantile e puerile». 

Cosa augura ai suoi concittadini per il 2018? «In 65 anni che ho, tolti i primi anni di vita in cui non brindavo, l’unica volta che non ho detto speriamo che sia come l’anno passato è stato il 2001, quando è morta mia sorella. Per il resto, anche quest’anno brinderò sperando che il 2018 sia come il 2017. E naturalmente lo auguro anche alla mia città» conclude con un sorriso e un brindisi il sindaco Dipiazza.