La ripresa si sta allargando e uniformando, con risveglio del comparto turistico
L’Italia è orientata a chiudere il 2017 con un crescita del Pil pari all’«16% dal +1,4% stimato a settembre e le favorevoli condizioni congiunturali permetteranno alla crescita di attestarsi a +1,5% nel 2018». E’ quanto emerge dal Rapporto di Previsione Prometeia di dicembre con l’aggiornamento delle stime macroeconomiche per Italia, Europa e mondo.
Secondo l’istituto bolognese, «mentre l’uscita dalla recessione del 2012-2013 era stata guidata dalla spesa delle famiglie, sostenuta dalla politica di bilancio e molto concentrata sull’acquisto di mezzi di trasporto, da quest’anno la ripresa è entrata in una fase più matura: non più a macchia di leopardo, ma diffusa tra i diversi settori industriali e allargata ai servizi, con l’importante risveglio del turismo». Inoltre, evidenzia Prometeia, «in discontinuità con il recente passato, la politica di bilancio tornerà moderatamente restrittiva. Nel 2018 – viene evidenziato – l’alto debito pubblico si ridurrà, ma solo gradualmente» passando a «130,5% da 131,8% del 2017, continuando a rappresentare un fattore di rischio per l’economia».
Guardando ancora ai risultati stimati per l’anno che sta volgendo al termine «i venti in poppa del commercio globale e della stabilità politico-istituzionale europea sostengono l’economia italiana» permettendo di riportare «la crescita (+1,6%) più elevata degli ultimi 7 anni, crescita superata solo tre volte dall’avvio dell’Eurozona».
In base alle stime dell’istituto emiliano, «gli indicatori congiunturali sono ancora tutti orientati al rialzo, per cui il 2018 partirà con un abbrivio positivo che consentirà, in assenza di shock inattesi, di proseguire sugli attuali ritmi di crescita». Pertanto, argomenta Prometeia, «il 2018 sarà dunque ancora un anno molto buono, che potrebbe sorprendere al rialzo, senza considerare i possibili risvolti negativi di un esito elettorale che dovesse lasciare troppo a lungo l’economia italiana senza guida. Cautamente si prevede un modestissimo rallentamento nel ritmo di crescita del Pil all’1,5% per una minore vivacità delle esportazioni».
Prometeia sottolinea che «il cambio di intensità prima, e di direzione poi, dei venti favorevoli si comincerà a percepire dal 2019 quando, a fronte di politiche monetarie ancora espansive, al contesto internazionale meno benevolo si affiancherà il mutamento della politica di bilancio italiana, moderatamente restrittiva. Euro e prezzi in rafforzamento getteranno sabbia negli ingranaggi della ripresa e, a partire dal 2020, anche le politiche monetarie ridurranno via via il loro sostegno alla crescita». Prometeia stima pertanto che «il ritmo di crescita dell’economia italiana rallenti attestandosi intorno all’1%, più in linea con la crescita potenziale del paese». Di fronte a un quadro simile «in un contesto globale che rimarrà favorevole per l’anno prossimo» per Prometeia emerge la «necessità di dedicare risorse a un ciclo di investimenti che, allargando la capacità produttiva, ne aumenti la produttività, e dunque il potenziale di crescita italiano».